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Scatti di anzianità ai precari, il Tribunale di Livorno dice sì

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Il Ccnl non può prescindere dalla Costituzione. Esulta l’Unicobas, che ha promosso il ricorso: spezzata la disparità di trattamento rispetto a chi è di ruolo. Ma i “gradoni” in busta paga si applicheranno solo ai vincitori del ricorso. Così anche altri sindacati cominciano a muoversi nella stessa direzione.

Il Tribunale del lavoro di Livorno torna a far sperare i precari sul diritto ad accedere ai cosiddetti scatti di anzianità da riconoscere in busta attraverso i cosiddetti “gradoni”, al pari dei colleghi assunti a tempo indeterminato: con sentenza n° 1222 del 26 novembre 2009, deposita in cancelleria il 13 gennaio 2010, il giudice del Tribunale toscano ha accolto il ricorso, promosso dall’Unicobas, di alcuni precari sostenendo che il contratto di lavoro non può svincolarsi da fonti normative generali, in primis, come in questo caso, la Costituzione.
Appare anomala la situazione – si legge nella sentenza – che si verifica atteso che i precari si devono reiterare una serie di contratti a tempo determinato al posto di un contratto a tempo indeterminato. La mancata previsione degli scatti di anzianità non impedisce di riconoscerli in base ai principi generali dell’ordinamento di uguaglianza e adeguata retribuzione, sanciti dalla nostro Costituzione, art. 3 e 36. Per questi motivi il ricorso va accolto e gli scatti riconosciuti”.
Sul giudizio ha sicuramente pesato il riferimento, ben esplicitato dall’avvocato che ha presentato il ricorso, alla sentenza della Corte di Giustizia Europea del 2007 e ad alcune direttive Cee in palese contraddizione con il trattamento dei precari italiani (la cui anzianità viene totalmente ignorata fino al raggiungimento del ruolo e comunque calcolata per intero solo per i primi quattro anni).
Tanto che il giudice ha scritto nella sentenza che verso i ricorrenti viene adotta una “indubbia situazione di differenza di trattamento (…) non giustificato da disuguaglianza nella prestazione fornita dai lavoratori, dalle modalità e dalla durate delle stesse, che sono identiche pur se regolate da contratti diversi”.
Contro l’operato del ministero dell’Istruzione, condannato anche al pagamento di 3.500 euro di spese processuali, si è scagliato Stefano d’Errico, segretario dell’Unicobas: il quale sottolineando che “il non riconoscere gli scatti di anzianità ai precari crea una disparità di trattamento ed una sottoretribuzione rispetto ai colleghi assunti a tempo indeterminato” coglie l’occasione per invitare precari e neo-immessi in ruolo a segure la stessa strada: “poiché il diritto agli scatti viene riconosciuto solo ai ricorrenti, a causa della normativa di stampo privatistico introdotta dal governo Amato nel 1993” invitiamo “tutti i lavoratori, anche attualmente di ruolo, che negli ultimi 5 anni hanno avuto dei contratti a tempo determinato, a rivolgersi presso le proprie sedi per verificare la loro posizione e la possibilità di fare ricorso”.
Di recente anche la Flc-Cgil ha chiesto ai lavoratori precari della scuola di ricorrere contro l’attuale normativa che impone loro lo stipendio al trattamento minimo: un primo ricorso è stato già presentato, ma “migliaia di ricorsi – annuncia il sindacato di Pantaleo – stanno per approdare ai tavoli dei giudici del lavoro per ottenere parità di trattamento economico dei lavoratori a tempo determinato con quelli a tempo indeterminato”. I lavoratori della conoscenza se la prendono anche con il Mef, “che ha stabilito l’adeguamento retributivo agli insegnanti incaricati di religione a quanto previsto dal Ccnl ma nel contempo si ignorano le numerose vertenze aperte in tema di riconoscimento del servizio prestato per gli insegnanti e degli Ata precari”. Creando i presupposti, continua il sindacato, per l’iniqua creazione di “lavoratori di serie A e lavoratori di serie B”.
L’iniziativa della Flc-Cgil non è sfuggita al segretario dell’Unicobas, che si è lasciato andare ad una piccola polemica confermando una litigiosità tra i vari sindacati della scuola ormai quasi all’ordine del giorno: “mentre la Cgil declama di cominciare a raccogliere le deleghe per l’avvocato – dice d’Errico – noi abbiamo già la prima sentenza: non male per l’Unicobas, nel confronto con il più grande sindacato italiano”.
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