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Contratto, tempi lunghi: Di Menna spera si chiuda entro giugno

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L’auspicio è stato espresso a Lecce, in apertura del Congresso della Uil Scuola: ma solo se ci arriveremo con certezza sulle risorse aggiuntive. Se invece il Governo non manterrà le promesse pronti alla mobilitazione. Segnali di apertura verso la Flc-Cgil.Bisognerà attendere almeno cinque mesi per il rinnovo del contratto economico del personale docente e Ata della scuola. Lo ha fatto intendere Massimo Di Menna, segretario generale della Uil Scuola, durante la sua relazione introduttiva del congresso nazionale del sindacato confederale da cui il 27 gennaio scaturirà il nuovo leader di comparto. “Auspichiamo – ha detto – di arrivare, con certezza delle risorse aggiuntive, alla firma del contratto entro giugno”. Il rinnovo del contratto della scuola è per la Uil un fattore prioritario: “bassi stipendi e troppe tasse sul lavoro – ha spiegato il leader della Uil Scuola – rendono le nostre retribuzioni inaccettabili. La nostra ‘sfida’ per la qualità e per la modernità passa per il riconoscimento del lavoro”. Il sindacato aveva proclamato, proprio per accelerare i tempi, un sciopero a ridosso del Natale scorso. Salvo annullarlo, pochi giorni prima, dopo aver accertato l’impegno del Governo ad aprire le trattative: nell’occasione i vertici della Funzione pubblica si impegnarono per mettere sul tavolo della contrattazione quelle risorse finanziarie previste ad inizio 2009 dall’intesa confederale sulla scuola. Ad oggi però, ad un mese di distanza, la proposta rimane ferma alla quasi provocatoria cifra di circa 15 euro, in media, a dipendente. “Nei prossimi mesi – ha spiegato Di Menna – verificheremo se il Governo manterrà gli impegni assunti per il rinnovo del contratto relativo al triennio 2010/12”. Il sindacalista è però realista e sa che non si tratterà di una trattativa facile: “siamo pronti, se necessario, ad una forte mobilitazione anche in coincidenza del termine dell’anno scolastico”. Se invece gli incontri all’Aran dovessero produrre i risultati sperati, tra gli auspici di Di Menna c’è anche quello che stavolta sul contratto ci sia “la firma della Cgil”. Che però continua a mobilitarsi, come del resto quasi tutti i sindacati, in piena solitudine. E questa situazione non sembra proprio favorire i lavoratori che attendono gli aumenti in busta paga. Durante il suo intervento Di Menna si è rivolto alle forze politiche perché tolgano “la scuola dall’agenda dello scontro politico avviando una sessione parlamentare nella quale entrambi gli schieramenti si impegnino, andando oltre l’alternarsi delle legislature”. Poi ha anche bacchettato l’Europa, rea di procedere lentamente verso gli obiettivi di Lisbona: per il segretario della Uil Scuola è giunto il momento che l’Ue “consideri le risorse per investimento in istruzione fuori dai parametri e le rigidità finanziarie di Maastricht”. Il sindacalista ha ricordato che “l’istruzione è stata individuata dall’Onu come uno dei tre indicatori per classificare il benessere di una popolazione”. E come esempio virtuoso non ha individuato un Paese del vecchio continente o gli avanzati Stati Uniti, ma una del Sudamerica: “il Costarica – ha detto De Menna – ha spostato le spese militari verso l’istruzione, ha rilanciato l’industria e le esportazioni in relazione alla nuove tecnologie, ha programmato un piano di studio delle lingue, ha salvaguardato l’ambiente, risulta al primo posto. Mentre l’Italia è al trentesimo”.

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