Com’è noto, la riforma Brunetta prevede, tra le altre novità, anche il nuovo strumento della class action, che consente a cittadini e associazioni di presentare ricorso in caso di inefficienze delle pubbliche amministrazioni, come il mancato rispetto dei tempi previsti, o il non rispetto degli standard di qualità. Il provvedimento definitivo approvato dal Consiglio dei Ministri punta “a intervenire nello stesso processo di produzione del servizio correggendone le eventuali storture. Le disposizioni contenute hanno lo scopo di garantire il cittadino-cliente da qualsiasi violazione degli standard di qualità del servizio pubblico, a prescindere dalla natura pubblica o privata del soggetto che lo eroga”. Il ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione spiega in una nota che l’obiettivo della riforma è quella di legare la soddisfazione “della pretesa avanzata da uno o più cittadini a un controllo esterno di tipo giudiziale sul rispetto degli standard di qualità, economicità e tempestività. Il tutto assicurando la massima pubblicità al giudizio e la costante responsabilizzazione degli operatori pubblici”. Il ricorso potrà essere presentato in seguito alla lesione di interessi giuridicamente rilevanti per una pluralità di utenti. È prevista anche la possibilità di una diffida preventiva all’amministrazione, così che sia informata tempestivamente dell’azione collettiva e possa evitarla. Non è previsto il risarcimento dell’eventuale danno, ma il ripristino del servizio