Il sindacato, preoccupato per le ripercussioni sui docenti, chiede loro di sottoscrivere i timori e farli pervenire al Capo del Governo: l’attuazione dei nuovi regolamenti è stata “condotta celermente e a marce forzate” e “non ci sono le condizioni per cominciare dal 2010/11”. Ma l’approvazione potrebbe arrivare prima del postino. Il coordinatore della Gilda degli insegnanti, Rino Di Meglio, è stato di parola: poche settimane fa, ad inizio dicembre, aveva promesso che il suo sindacato avrebbe presto intrapreso un’importante iniziativa contro l’avvio immediato della riforma del secondo ciclo. E così è stato. Almeno 100 mila cartoline prestampate, stanno infatti per essere distribuite, in occasione del ritorno dalle vacanze di Natale, ai docenti degli istituti superiori di tutta Italia per invitarli a sottoscriverle e ad inviarle al più presto al Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, per dirgli chiaramente che “non ci sono le condizioni per cominciare dal 2010-2011 questa riforma”. Sulle cartoline si legge che “la riforma dell’istruzione superiore, condotta celermente e a marce forzate, dovrebbe essere applicata dall’anno prossimo, ma troppi sono ancora i nodi da sciogliere e troppo stretti sono i tempi perché le famiglie e i docenti possano avere la giusta cognizione delle novità che riguardano scelte fondamentali per i giovani. Ancora incerti sono: i nuovi indirizzi; le nuove classi di concorso; il futuro dei docenti soprannumerari (tanti!); i curriculi”. Secondo il sindacato non basta, come ha deciso il Miur, prorogare la scadenza per le iscrizioni: anche con uno slittamento di due mesi ritieni che mancherebbe comunque “il tempo per la formazione dei docenti che dovranno applicare la nuova riforma”. La Gilda ritiene anche che le conseguenze negative derivanti da un’attuazione repentina della riforma del secondo ciclo sia già dimostrate da quelle adottate per i cicli scolastici inferiori, primaria e secondaria di primo grado, “già tutte applicate, con risultati per ora più evidenti sul bilancio dello Stato che in ambito formativo, se si considerano i tagli di risorse materiali e umane e di posti di lavoro” con “innumerevoli docenti precari che, dopo decenni, si ritrovano senza impiego”. Le cartoline si concludono con un appello al Premier, a cui si chiede “di prevedere una pausa nell’applicazione delle riforme e di rimandare di un anno l’avvio della riforma dell’istruzione superiore: un tempo più disteso permetterà scelte più responsabili per tutti ed un beneficio per il futuro del nostro paese, che Le sta sicuramente a cuore”. Per sperare in qualche effetto dell’iniziativa il sindacato dovrà indicare ai docenti che intendono aderire di fare molto in fretta: la prossima settimana la Commissione Cultura della Camera riprende ad essere operativa e tra i primi testi da esaminare risultano proprio i tre schemi di regolamento della nuova secondaria. Alcuni esponenti della maggioranza, tra cui la presidente della Commissione, Valentina Aprea (Pdl), hanno già prospettato un esito veloce e positivo. A quel punto solo il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, potrebbe determinarne il rinvio. Ma ad oggi le probabilità che ciò accada sono vicine allo zero. Basterà l’iniziativa della Gilda per fargli cambiare idea?