Quasi tutti ritengono che la sicurezza antisismica possa essere garantita unicamente attraverso costose opere strutturali sugli edifici.
Al contrario, per la prevenzione antisismica sono possibili diversi interventi, che comprendono non solo il consolidamento antisismico delle strutture (che, per le scuole, spetta all’ente proprietario dell’edificio), ma anche la riduzione dei rischi non strutturali, la pianificazione di strategie per fronteggiare l’emergenza e la formazione di giovani e adulti.
Appare quasi superfluo ricordare che, ai sensi del T.U. 81/2008, al dirigente scolastico competono:
1) la valutazione di tutti i rischi, con la conseguente elaborazione dell’apposito documento;
2) l’adozione delle misure per il controllo delle situazioni di rischio in caso di emergenza;
3) l’informazione dei lavoratori esposti al rischio;
4) la formazione e l’addestramento del personale.
In merito al primo punto, è opportuno osservare che il documento di valutazione dei rischi per le scuole siciliane, in particolare quelle ubicate in Sicilia orientale, non può trascurare il rischio sismico che, anzi, risulta essere uno dei principali rischi presenti nel territorio.
Proprio per questo motivo, il dirigente scolastico è tenuto ad adottare misure per il controllo e la riduzione dei rischi non strutturali (secondo punto), quali ad esempio:
– ancoraggio al muro di oggetti che possono cadere (armadi, librerie, scaffalature,…) mediante staffe ad “elle”
– blocco di oggetti montati su ruote per impedirne il rotolamento
– sospensione a parete di oggetti oscillanti (quadri, cartine geografiche, lavagne) mediante occhielli ad anello chiuso
– conservazione di oggetti pesanti, fragili e/o pericolosi nei ripiani più bassi degli armadi o scaffalature
– apposizione di chiusure di sicurezza a tutte le ante degli armadi;
– allontanamento di banchi, sedie, scrivanie da finestre o aperture non provviste di vetri di sicurezza, oppure da mensole spioventi.
Si tratta, come si vede, di semplici accorgimenti che dovrebbero essere adottati non soltanto nelle scuole, ma in tutti gli edifici esposti al rischio sismico (comprese le civili abitazioni).
Per quanto riguarda l’informazione e l’addestramento dei lavoratori (terzo e quarto punto), spetta al dirigente scolastico la predisposizione e l’organizzazione di:
– corsi di formazione sul rischio sismico, finalizzati alla diffusione delle corrette informazioni scientifiche e storiche relative al territorio di riferimento
– simulazioni di terremoto, con esercitazioni mirate a far apprendere quei comportamenti di autotutela che, in caso di evento sismico, possono salvare la vita propria e altrui.
Al di là dell’adempimento formale degli obblighi di legge, l’adozione delle strategie sin qui esposte consentirebbe di ridurre le vittime in caso di terremoto: infatti è bene ricordare che parecchie persone periscono, durante una scossa, per crolli non strutturali.
Concetta Centamore