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Decreto Legislativo 150/2009 – Articolo 1

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Preliminarmente, va detto che il Decreto è stato promulgato nell’esercizio della delega prevista dalla Legge 15/2009 e va letto come un ulteriore passaggio nel processo di riforma della P.A. e dell’impiego pubblico, processo che è iniziato con la legge 421/92 e il susseguente D.Lgs 29/93, modificato un’infinità di volte ed oggi conosciuto nella sua ultima versione ufficiale come D.Lgs 165/2001.

 

Di fatto, il D.Lgs 150/2009 si presenta come una integrazione/modifica del D. Lgs 165/2001, al punto che  molte disposizioni sono emanate nella forma di modifica di quest’ultimo decreto.

 

Si può provare a dare una visione d’insieme del D.Lgs 150/2009 mediante un’analisi:

–          della struttura e dei contenuti del decreto stesso

–          dell’oggetto e delle finalità, così come definiti nel primo articolo

 

La struttura e i contenuti del decreto si possono rendere in forma visiva, mediante il prospetto sotto riportato:

TITOLO CAPO ARTICOLI
I – PRINCIPI GENERALI

 

1
II – MISURAZIONE, VALUTAZIONE E TRASPARENZA DELLA PERFORMANCE

(ARTT. 2/16)

I – Disposizioni generali 2/3
II – Il ciclo di gestione della performance 3/10
III – Trasparenza e rendicontazione della performance 11
IV – Soggetti del processo di misurazione e valutazione della performance 12/16
III – MERITO E PREMI

(ARTT. 17/31)

I – Disposizioni generali 17/19
II – Premi 19/29
III – Norme finali, transitorie e abrogazioni 30/31
IV – NUOVE NORME GENERALI SULL’ORDINAMENTO DEL LAVORO ALLE DIPENDENZE DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE

(ARTT.32/73)

I – Principi generali 32/36
II – Dirigenza pubblica 37/47
III – Uffici, piante organiche, mobilita’ e accessi 48/52
IV – Contrattazione collettiva nazionale e integrativa 53/66
V – Sanzioni disciplinari e responsabilita’ dei dipendenti pubblici 67/73
V – NORME FINALI E TRANSITORIE

 

74

I Titoli sono cinque, ma il primo (Principi generali) e il quinto (Norme finali e transitorie) fatti di un solo articolo, lo sono solo formalmente, per cui si può dire che il decreto è formato da tre Titoli, per un totale di 72 articoli:

–          Titolo Secondo: ”Misurazione, valutazione e trasparenza della performance”. Gli oggetti sono la performance della pubblica amministrazione, quella che una volta si chiamava efficacia ed efficienza, nonché la trasparenza, il tema forse più “antico” nella riforma della pubblica amministrazione, dato che è oggetto di una legge, la 241,  che risale addirittura al 1990, tre anni prima del D.Lgs 29/93; nel titoli sono contenuti 15 articoli, per un “peso” sul totale pari al 21%.

–          Titolo Terzo: “Merito e premi”. L’intitolazione è laconica, il merito a cui sono legati i premi. Anche nel terzo titolo sono contenuti 15 articoli, per un “peso” sul totale pari al 21%.

–          Titolo Quarto: “Nuove norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche”. L’oggetto è uno solo, la riforma del lavoro pubblico; tenendo presente che nel titolo sono contenuti 42 articoli, per un “peso” sul totale pari al 58%, si capisce che questo è il tema più importante del decreto, almeno a livello quantitativo. Del resto, quando si parla di performance, di merito, di premi sempre di lavoro si parla, per cui si può già trarre una prima conclusione: il D.Lgs 150/2009 ha come oggetto il lavoro pubblico.

 

Sempre per avere una visione d’insieme, si può passare da un’ analisi di tipo “strutturale” ad un’analisi di tipo “testuale”, prendendo in esame il primo articolo, che indica l’oggetto e le finalità del decreto:

TESTO COMMENTO
Articolo 1 – Oggetto e finalità Nel comma 1 viene indicato l’oggetto, nel comma 2 le finalità
1. In attuazione degli articoli da 2 a 7 della Legge 4 marzo 2009, n. 15 L’esercizio della delega attiene solo agli articoli da 2 a 7 della Legge; gli altri articoli o sono immediatamente applicativi o daranno luogo ad altri decreti
le disposizioni del presente decreto recano una riforma organica della disciplina del rapporto di lavoro dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche, di cui all’articolo 2, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, Quello che si era desunto dall’analisi strutturale del decreto è qui affermato come oggetto del decreto: una riforma organica del rapporto di lavoro pubblico per i settori che sono stati contrattualizzati dal D.Lgs 165/2001
intervenendo in particolare in materia di contrattazione collettiva, di valutazione delle strutture e del personale delle amministrazioni pubbliche, di valorizzazione del merito, di promozione delle pari opportunità, di dirigenza pubblica e di responsabilità disciplinare. La riforma privilegia alcuni campi di intervento:

–          la contrattazione collettiva

–          la valutazione delle strutture e del personale

–          la valorizzazione del merito

–          la promozione delle pari opportunità

–          la dirigenza

–          la responsabilità disciplinare

Fermo quanto previsto dall’articolo 3 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, recano altresì norme di raccordo per armonizzare con la nuova disciplina i procedimenti negoziali, di contrattazione e di concertazione di cui all’articolo 112 del decreto del Presidente della Repubblica 5 gennaio 1967, n. 18, e ai decreti legislativi 12 maggio 1995, n. 195, 19 maggio 2000, n. 139, 13 ottobre 2005, n. 217, e 15 febbraio 2006, n. 63. Il decreto interviene anche sui settori rimasti in regime di diritto pubblico: carriera diplomatica, forze armate e polizia, carriera prefettizia, vigili del fuoco, dirigenti dei penitenziari
2. Le disposizioni del presente decreto assicurano una migliore organizzazione del lavoro, il rispetto degli ambiti riservati rispettivamente alla legge e alla contrattazione collettiva, elevati standard qualitativi ed economici delle funzioni e dei servizi, l’incentivazione della qualità della prestazione lavorativa, la selettività e la concorsualità nelle progressioni di carriera, il riconoscimento di meriti e demeriti, la selettività e la valorizzazione delle capacità e dei risultati ai fini degli incarichi dirigenziali, il rafforzamento dell’autonomia, dei poteri e della responsabilità della dirigenza, l’incremento dell’efficienza del lavoro pubblico ed il contrasto alla scarsa produttività e all’assenteismo, nonché la trasparenza dell’operato delle amministrazioni pubbliche anche a garanzia della legalità.

 

Le finalità sono indicate tutte insieme, in un lungo elenco; le norme sono volte ad assicurare:

–          una migliore organizzazione del lavoro

–          rispetto degli ambiti riservati rispettivamente alla legge e alla contrattazione

–          elevati standard qualitativi ed economici dei servizi

–          incentivazione della qualità del lavoro

–          valorizzazione della selettività e concorsualità nella progressione di carriera

–          riconoscimento dei meriti e dei demeriti

–          valorizzazione delle capacità e dei risultati nell’assegnazione degli incarichi dirigenziali

–          rafforzamento dell’autonomia, dei poteri e della responsabilità dei dirigenti

–          incremento dell’efficienza del lavoro

–          contrasto della scarsa produttività del lavoro e all’assenteismo

–          trasparenza della pubblica amministrazione, anche a tutela della legalità

            Riassumendo: il D.Lgs si caratterizza come una riforma profonda del lavoro pubblico, in sostanziale continuità con il D.Lgs 165/2001, ma anche con innovazioni profonde (la performance, la trasparenza, il merito, la premialità) ed alcune sottolineature in linea con le battaglie del ministro Brunetta: la lotta all’assenteismo e l’insistenza sulla responsabilità, con una forte accentuazione degli aspetti disciplinari.

 

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