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E’ proprio vero bisogna strappare la tessera della CGIL.

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da aetnanet

Ho appreso con vivo stupore che il coordinatore nazionale della FLC CGIL Gianni Carlini, incontrerà i cd. “vincitori” del concorso a dirigente annullato dal CGA.  In altre circostanze mi  sono vergognato di  aver fatto parte della sinistra e di essere un iscritto,  con il ruolo di RSU, della CGIL, ma credevo di aver chiarito  con il segretario provinciale Lillo Fasciana i termini del discorso. Infatti, il comunicato della CGIL di Catania ha un tenore certamente diverso, anche se in esso   ci si ostina ancora a  parlare di “vincitori”.

Mi chiedo cosa deve concordare  il sig. Carlini con i c.d. “vincitori”!? Quali strategie per salvaguardare il loro posto abusivo ed illegittimo? Questo tizio non merita di far parte di un sindacato che ha come motto il principio di legalità e tutela della dignità  e dell’onestà del lavoratore.

Vorrei chiedergli di spiegare alla gente come e perché i dirigenti “annullati” sarebbero dei vincitori; ha forse dimenticato che tra i vizi  principali c’era anche quello che i compiti non sono stati corretti, vista  l’impossibilità a farlo in un paio di minuti come ha dichiarato lo stesso Direttore generale Guido Di Stefano? E che nei due minuti per ogni elaborato sono comprese tutte le operazioni: apertura delle buste, distribuzione degli elaborati alle commissioni, lettura dell’elaborato, valutazione, giudizio e relativa  verbalizzazione? Assodato che non sono stati corretti, sulla base di cosa, allora, questi concorrenti sono risultati vincitori?

Per far capire bene il modo singolare della correzione effettuata dalla Commissione, basti pensare  che tra   i  candidati ammessi agli orali c’era anche una concorrente che, però, non aveva partecipato alle prove scritte. Né, nel caso, si può parlare di errore per omonimia perché con quel cognome era unica al femminile. Mi chiedo e chiedo a questo Carlini ed a quanti condividono il suo pensiero, se non c’era l’elaborato, in quanto la candidata aveva presentato solamente la domanda e non aveva, quindi, partecipato alle prove scritte, come poteva mai venire fuori il suo nome, cognome e data di nascita da riportare nell’elenco degli ammessi (le hanno notificato regolare lettera di ammissione) se questi dati si sarebbero potuti rilevare solamente  dalla busta sigillata annessa all’elaborato (che non c’era)? Solo in seguito al rilievo della “miracolata” la Commissione ha corretto “l’errore”.

Chiedo, ancora, al sig. Carlini: perché sarebbero danneggiati i c.d. “vincitori” visto che  appare evidente che è mancata qualsiasi ipotesi di valutazione? E perché dovrebbero sentirsi danneggiati i vincitori e non coloro che, invece,  pur bravi (e ce ne sono tantissimi!), non sono stati ammessi, ma debbono sentirsi  solidali  con quanti  hanno dimostrato che erano degli asini almeno sul piano della conoscenza dei rudimenti della lingua italiana.?

L’annullamento non ha operato sul solo atto formale. Questo era il principale dei motivi  e da solo idoneo all’annullamento del concorso. In conseguenza gli altri  vizi, altrettanto gravi, che incidono sul merito della valutazione, sarebbero stati irrilevanti. Se una persona è già morta è inutile sparargli  una seconda volta per ucciderla.

All’amico Lillo Fasciana  ricordo che  non esistono vincitori in questo concorso perché, ribadisco, il criterio di scelta non è stato quello della valutazione degli elaborati, ma sulla base delle considerazioni che precedono lascio a voi tutti  ipotizzare quale sia stato. Io penso al sorteggio, ad una riffa di quartiere, ma di un quartiere scalcagnato ai margini di una città “tentacolare”.

Ovviamente l’annullamento espone l’amministrazione alle domande di risarcimento del danno non di quanti sono stati illegittimamente dichiarati vincitori, ma di quanti sono stati illegittimamente esclusi. Certamente il Ministro Brunetta, così ligio ed attento ai doveri dei professori, si potrà rivalere nei confronti dei componenti della commissione i quali ne dovranno rispondere o per dolo, se il magistrato penale riterrà che sussistano i presupposti, o per colpa, vista la palese negligenza. Lo stesso dicasi nei confronti del Direttore generale Guido Di Stefano, che ha omesso di porre in essere gli atti opportuni pur in presenza delle gravi irregolarità ed illegittimità  di cui era ampiamente a conoscenza.

Ricordo che qualche anno fa un docente presentò alla magistratura un esposto  in cui denunciava la falsità di un certificato prodotto da un suo collega, dove una commissione medica lo indicava essere  titolare della legge 104. Ricordo che in quell’occasione  la magistratura sospese dallo stipendio e dalla funzione tutti i medici che facevano parte di  quella commissione e li rinviò a giudizio.
Altri tempi?

Il rispetto delle sentenze, per chi si nutre di legalità e ad essa assegna un ruolo educativo, è senza se e senza ma; non si prospettano possibilità di leggine in sanatoria (strategie di salvaguardia della illegalità) che rappresentano un ulteriore danno per chi danno ha già subito e riproducono effetti dirompenti sulla credibilità ed affidabilità dell’intero sistema costituzionale su cui si basa il nostro ordinamento.

Se quello che ho letto nel comunicato del Coordinatore Regionale della FLC CGIL
Leonardo Saguto  rappresenta la posizione della CGIL, allora si che strappare le tessere di questo sindacato rappresenta un dovere morale per chi come me iscritto alla CGIL ha creduto e crede nei valori che stanno scritti quali principi fondanti e operativi del sindacato che  per costoro, invece sono solo parole vuote ed inutili.

Avv. Giuseppe D’Urso

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