Repubblica 4 novembre 2009
La sentenza del CGA che ha annullato la selezione del 2004 e la sanatoria in discussione in Parlamento
Presidi contro dopo il concorso dei veleni “Abusivi”. “abbiamo superato la prova”
È ORMAI scontro aperto in Sici-lia tra neo dirigenti scolastici ed aspiranti tali del concorso a preside del 2004. I primi, che si con-siderano –insultati e accusati di non precisate colpe., rivendica-no la loro piena titolarità sulle poltrone conquistate sul campo, i secondi— che hanno ottenuto una sentenza di annullamento dell’intera procedura concor-suale da parte del Consiglio di giustizia amministrativa—con-siderano questi ultimi “abusivi protetti dal Parlamento”. In-somma: le polemiche sul con-corso salito alla ribalta della cro-naca per gli errori di grammatica e di ortografia negli scritti di una parte dei vincitori non accenna-no a placarsi. Specialmente do-po l’emendamento presentato pochi giorni fa da un gruppo di deputati del Pdl e un collega del Pd che la Camera, nel corso del-la discussione del progetto di legge di conversione del decreto salva-precari, ha approvato. E che ha tutta l’aria essere una vera e propria sanatoria. Secondo il testo del provvedimento, che adesso è in discussione al Sena-to,coloro che hanno vinto il con-corso, in barba ai giudici del Cga, rimarranno al proprio posto. E’ una offesa alla Costituzione tuona Alfredo Pappalardo, oggi preside dell’istituto comprensi-vo Manzoni di Priolo (Sr). In sella da due anni in quel di Siracusa, Pappalardo è stato reclutato col concorso riservato del 2006, ma nell’ormai famigerato concorso ordinario del 2004 era stato escluso proprio agli scritti. E, no-nostante abbia ormai raggiunto il proprio obiettivo continua la sua battaglia “per la legalità”” Intanto, i vincitori del concor-so, in fibrillazione per paura che tutto venga rimesso in discus-sione, non hanno nessuna vo-glia di essere bollati conte “incapaci e immeritevoli’.. ”Siamo — scrivono Adriana !ovino. Gaetano Bonaccorso. Laura Piacenti, Patrizia Graziano, Pina Muscato e Angelo Di Vita — colpevoli di aver partecipato all’ultimo concorso ordinario e pubblico. di averlo superato e di dirigere una scuola “grazie” a un abuso. E—continuano — non é irrilevante osservare che il concorso in que-stione per noi e per tantissimi nostri colleghi non é stato affat-to un gioco, ma un percorso di
studio, di prove di esami e di for-mazione impegnativo, serio e responsabile. I risultati conse-guiti a scuola, ne sono prova”. Anche Giovanni Marchese, Domenico Di Fatta, Giuseppe Lo Porto, Sergio Picciurro e Angela Randazzo hanno qualcosa da dire. ‘Il concorso – commentano — non è stato dichiarato irrego-lare da alcuna sentenza né da provvedimenti di alcuna amministrazione superiore”. Senza considerare che i 200 neo diri-genti scolastici siciliani “sono coloro che vedrebbero annullati i meriti e gli sforzi sostenuti e ve-rificati non solo dal concorso ma dai risultati visibili ottenuti nelle scuole di servizio spesso in zone difficili e a rischio”. Ma, tra loro, c’è anche chi la pensa diversa-mente. “Non ho nessun interes-se specifico — spiega Pappalar-do — ma vorrei continuare a fare a scuola il mio lavoro con coe-renza. Se il Cga sostiene che le sottocommissioni hanno ope-rato in modo illegittimo e il concorso va annullato perché deve intervenire il Parlamento?, si chiede. E racconta che, in parec-chi casi come si evince dai verba-li, per ,,aprire le buste che conte-nevano i compiti, distribuire gli elaborati ai commissari, correg-gere le prove e stilare il relativo verbale sono stati impiegati meno di due minuti ad elaborato”. “Perché — continua — dopo la correzione i compiti venivano contrassegnati con un codice? E dove venivano conservati?”. Al-cuni elaborati risultati poi vincitori contenevano errori di gram-matica e ortografia. ” Un compito valutato 23 trentesimi, quasi 8 decimi — spiega Giuseppina Gugliotta, una delle due profes-soresse che hanno ottenuto la sentenza favorevole da parte del Cga — conteneva diversi errori sulla scomposizione in sillabe. E in un compito “il dirigente indu-ce a ricercare” la preposizione è stata scritta con l’acca. Sia in brutta, sia in bella”. Ma è stato un altro il punto che ha convinto i giudici amministrativi ad annul-lare i verbali di correzione delle prove scritte. Le due sottocom-missioni formate dopo gli scritti avrebbero dovuto operare sem-pre al completo, ma da parecchi verbali si evince che a correggere i compiti erano spesso in due, perché il presidente era in comune.
SALVO INTRAVAIA