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Inutile il Tar, la Gelmini si salva di Alessandra Ricciardi

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Il arrivo il sì definitivo al decreto su precari e graduatorie, congelato il commissariamento
Un buco nell’acqua anche l’ultima sentenza sui 7 mila docenti

Alla fine sarà fatica sprecata anche l’ultima ordinanza del Tar Lazio, quella che nei giorni scorsi, su ricorso dell’associazione Anief, ha condannato il ministro dell’istruzione, Mariastella Gelmini, a inserire nelle graduatorie dei docenti -a pettine, in base al punteggio maturato, e non più coda- circa 7 mila precari.

Un vero boomerang che, sommato agli effetti dell’analoga decisione degli inizi di ottobre (aveva riguardato circa 300 docenti), avrebbe portato a stravolgere gli incarichi già assegnati ai supplenti e a commissariare la stessa Gelmini. Fatica sprecata perché entro questa settimana, al massimo la prossima, il senato licenzierà senza modifiche il cosiddetto decreto salva-precari. Già approvato alla camera, il decreto legge (134/2009) sarà convertito in legge con anticipo rispetto alla scadenza del 24 novembre.

Il Tar ribadisce l’interpretazione di ottobre avviando 13 nuove procedure di commissariamento nei confronti del ministero dell’istruzione. Il giudice, nel dare seguito alla richiesta per l’esecuzione delle ordinanze, ne argomenta la fondatezza «sotto il dedotto profilo dello sviamento di potere per elusione della misura cautelare accordata dalla Sezione con decisione cautelare n. 3121/2009». E tutto ciò, in quanto «in applicazione dei principi costituzionali di effettività della tutela giurisdizionale, l’amministrazione scolastica è tenuta a dare tempestiva e puntuale esecuzione alla pre citata decisione cautelare». Per i giudici amministrativi, poi, tutte le attività poste successivamente all’adozione della misura cautelare devono ritenersi come se non esistessero. Tra i provvedimenti illegittimi, «la nota del 7 luglio 2009 diretta agli uffici scolastici regionali e periferici, con la quale il Miur sostanzialmente invita questi ultimi a non ottemperare al provvedimento giudiziale» e in secondo luogo «le graduatorie predisposte dagli uffici in base ai criteri elusivi rivenienti dall’anzidetta nota ministeriale». Insomma, una vera stangata per la Gelmini. Ma con l’articolo 1 del dl, in corso di conversione, si congelano tutti gli effetti, rifacimento nomine e commissariamento, previsti dal Tar. La Gelmini dovrà far fronte solo alle spese legali della lite: 65 mila euro, hanno riconosciuto i giudici, così come per la precedente decisione.

Sanata la questione delle graduatorie, il ministro potrà ora dedicarsi ad altri dossier scottanti: c’è in ballo la Finanziaria, con la richiesta di recuperare i 130 milioni di euro per le scuole paritarie tagliati dal bilancio a decorrere dal prossimo primo gennaio, e poi la riformulazione del piano di risparmio da 8 miliardi, così come previsto dalla manovra estiva del 2008. Secondo quanto risulta a ItaliaOggi, il ministro sarebbe tentato in particolare di chiedere lo slittamento sic et sempliciter al 2011 della riforma dei licei, vista l’opposizione delle regioni. Opposizione che sarebbe naturalmente superata con le elezioni regionali della prossima primavera, quando il centrodestra conta di strappare all’avversario molte caselle.

Note: ItaliaOggi Azienda Scuola 10/11/2009

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