Lo schema di Regolamento predisposto dal Governo prevede che la riforma prenda avvio fra un anno in tutte le classi prime e seconde. I tre schemi sono già stati presentati alla Commissione Cultura della Camera, in settimana inizia anche il percorso al Senato. | ||
Prosegue presso le Commissioni parlamentari l’esame dei tre schemi di Regolamento che ridisegneranno il profilo dell’intero sistema scolastico del secondo ciclo. Alla Camera, nei giorni scorsi, i tre provvedimenti sono stati presentati e illustrati, mentre al Senato il percorso inizierà questa settimana. Per il Regolamento degli istituti tecnici non ci dovrebbero essere particolari problemi; la Conferenza Unificata, infatti, ha espresso un parere sostanzialmente favorevole, con alcune condizioni che potrebbero essere quasi tutte accolte dal Governo. Regioni ed Enti Locali chiedono che si superi “una eccessiva differenza di discipline (tra il primo e il secondo anno), che comporta di fatto l’anticipazione della scelta del percorso formativo”. Le Regioni propongono anche che venga confermato l’indirizzo per periti aziendali corrispondenti in lingue estere, che attualmente si colloca come specializzazione dell’indirizzo commerciale. Più complessa è la richiesta di revisione del taglio delle compresenze fra docenti e insegnanti tecnico-pratici, mentre del tutto irricevibile sembra la richiesta di dare avvio ai nuovi istituti tecnici nel 2010/2011 solo per il primo anno (lo schema di regolamento del Governo prevede l’avvio per le prime due classi). Va anche detto che la Regione Calabria ha espresso un parere negativo senza condizioni, al contrario della Lombardia che non ha condiviso le osservazioni e le richieste delle altre regioni. Più difficile si presenta invece il Regolamento sui licei sul quale le regioni si sono dichiarate contrarie a maggioranza. I problemi maggiori riguardano la riduzione delle ore complessive e soprattutto di quelle destinate all’insegnamento della lingua straniera. Sui professionali il Governo sembra intenzionato ad accogliere le perplessità delle Regioni che chiedono garanzie sulle loro prerogative. Il dibattito parlamentare potrà certamente fornire utili indicazioni al Governo ma bisogna precisare che il parere finale delle Commissioni – che dovrebbe essere espresso entro la fine del mese – non è formalmente vincolante. |
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08/11/2009 |