fbpx

Maturità, beffa per i super bravi premio ridotto e anche tassato

1542

Premio decisamente più magro per i superbravi a scuola. Mentre da un lato il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini parla di valorizzazione del merito, dall’altro dimezza l’unico incentivo esistente a favore degli studenti italiani che si distinguono per bravura. Quest’anno, infatti, i quasi 4mila ragazzi che hanno ottenuto il massimo dei voti alla maturità (100 e lode) dovranno accontentarsi di appena 650 euro, che per di più saranno anche tassati. I compagni che hanno conseguito il diploma nel 2008 sono stati decisamente più fortunati: mille euro netti da spendere per viaggi d’istruzione, accesso a biblioteche e musei, ammissione a tirocini formativi ed altro. A determinare l’alleggerimento dell’assegno per i cervelloni è stato il taglio del fondo destinato alla valorizzazione delle eccellenze, che passa complessivamente da 5 milioni a 3 milioni e 800 mila euro. Il premio fu istituito nel 2007 dall’allora ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, in occasione della riforma degli esami di stato. Ma i primi beneficiari furono gli studenti della maturità 2008. Il riconoscimento viene assegnato agli studenti che si diplomano con 100 e lode ma anche a coloro che conseguono buoni piazzamenti nelle competizioni nazionali e internazionali, come le olimpiadi (della Matematica, della Fisica o di Informatica), i Certamen o i Kangourou, per citarne alcuni. L’intero budget viene suddiviso in due quote: un terzo va alle competizioni e due terzi ai diplomati con 100 e lode. Questi ultimi, nel 2009, si sono divisi poco meno di 2,5 milioni. L’anno precedente i milioni furono 3,9. A fare la parte del leone, quest’anno, sono gli studenti delle regioni meridionali, 2.049 su 3.963, che si aggiudicano il 52 per cento dei premi. Il record spetta alla Puglia che presenta 617 eccellenze. Studenti più bravi o prof particolarmente generosi? Al Nord vanno solo 29 assegni su 100 e al Centro 19 su 100. Le somme saranno accreditate alle scuole e toccherà ai presidi stabilire sotto quale forma assegnarle agli studenti. Intanto, una nota dell’Agenzia delle entrate fa sapere che, per come sono erogati, i singoli importi vanno tassati come reddito da lavoro dipendente. “Il pasticcio di oggi – protesta Luca De Zolt, portavoce della Rete degli studenti – mette in luce come non si possa più procedere sul diritto allo studio con interventi una tantum: il bonus eccellenze non è la soluzione. I problemi rimangono ampliamente irrisolti per mancanza di soldi”. (28 ottobre 2009)

In questo articolo