Per il Ministro l’impiego dei collaboratori scolastici permetterebbe di eliminare uno spreco di fondi statali pari a 1,5 miliardi di euro. C’è però una contraddizione: con la Legge 133/08 è stato programmato che in tre anni vengano tagliati oltre 29 mila bidelli.
Il ministro dell’Istruzione ha preso di mira le ditte di pulizia esterne che operano negli istituti scolastici, soprattutto nella primaria. Alcuni giorni fa, il 7 ottobre, Mariastella Gelmini aveva detto, rispondendo ad question time alla Camera, di essere “contraria al fatto che i bidelli non puliscano le scuole e si appaltino le pulizie all’esterno. E’ uno spreco di risorse pubbliche. Abbiamo un sistema d’istruzione – ha sottolineato con severità il Ministro – nel quale vanno individuati gli sprechi e le sacche di inefficienza“.
Poco più di tre settimane dopo, il 24 ottobre, il responsabile del Miur è tornato sullo stesso argomento, confermando lo stesso pensiero. Fornendo però anche delle stime sui benefici economici che lo Stato attuerebbe qualora decidesse di rinunciare a questo genere di appalti: “Si risparmierebbero 1,5 miliardi di euro – ha spiegato Gelmini a Stresa durante un intervento al convegno ‘Identità e differenze’ – solo facendo tornare i bidelli a pulire le scuole: avrei potuto polemizzare con Tremonti per le risorse, ma non l’ho fatto“, ha infine sottolineato il Ministro spiegando che il problema non è soltanto quante sono le risorse, ma anche come si spendono.
Ma quanti sono i bidelli in Italia? In base alle ultime stime in ogni istituto in media operano 15,6 collaboratori scolastici (uno ogni 2,2 classi), per un costo di circa 23.500 euro ciascuno e 367 mila euro per scuola. Negli oltre 10.000 istituti sparsi per il territorio, i bidelli sarebbero in tutto poco più di 160 mila, la maggior parte dei quali di ruolo, per un costo complessivo per lo Stato che sfiora i 4 miliardi di euro l’anno.
C’è però da dire che questi numeri sono destinati a ridursi. Ed anche sensibilmente. Attraverso la manovra Finanziaria dello scorso anno, nei confronti della categoria dei collaboratori scolastici è stato adottato uno “sfoltimento” notevole. Se il piano dei Ministri Gelmini e Tremonti dovesse andare in porto, a fine anno scolastico 2011-2012 ci saranno, rispetto ad oggi, oltre 29 mila bidelli in meno.
A fronte di questi dati, la contraddizione appare piuttosto evidente: da una parte il Miur sembra pronto ad investire sui collaboratori affidandogli ulteriori istituti per lo svolgimento della pulizia; dall’altra però infligge alla categoria una riduzione, nell’arco di tre anni, di quasi il 20% dell’organico complessivo. A meno che non si intenda utilizzare i collaboratori rimasti per un numero sempre maggiore di scuole. Un’ipotesi che il Miur farebbe bene però a rivedere. E non solo per la scarsa qualità della pulizia che si verrebbe a determinare in non pochi istituti, ma anche e soprattutto per la sempre più scarsa sorveglianza che si prospetterebbe nelle scuole. Come faranno i collaboratori scolastici e garantire queste due importanti necessità, peraltro collegate, se in diversi casi già oggi si devono dividere tra più impegni e aree scolastiche creando, non certo per colpa loro, pericolosi “vuoti” di attività e presenze? A meno che, soprattutto qualora gli appalti alle ditte di pulizie dovessero venire meno, non si cancellino i tagli in programma. Tremonti permettendo…