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Scuola, graduatoria unica per i precari

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Le notizie sono ancora frammentarie, incerte e anche contradditorie. Vi postiamo un articolo del Corriere, con l’avvertenza che si tratta di un testo ripreso da un sito esterno.
La novità sarebbe la possibilità, con l’aggiornamento delle graduatorie del 2011/2012 e 2012/2013, di scegliere un’altra provincia oltre alla propria (non più tre) ed essere inseriti a pettine.

Scuola, graduatoria unica per i precari

Gli insegnanti potranno scegliere un’altra provincia oltre alla propria (non più tre) ed essere inseriti “a pettine”

“Una graduatoria unica a partire dal 2011: è questo la novità principale che dovrebbe essere inserita nel decreto legge sui precari nella scuola, all’esame dell’Aula della Camera, attraverso un emendamento a firma della commissione. Nel testo che è stato presentato si legge: «Il decreto con il quale il ministro dell’Istruzione dell’università e della ricerca dispone l’integrazione e l’aggiornamento delle predette graduatorie per il biennio 2011-2012 e 2012-2013» è improntato «al principio del riconoscimento del diritto di ciascun candidato al trasferimento dalla provincia prescelta in occasione dell’integrazione e dell’aggiornamento per il biennio scolastico 2007-2008 e 2008-2009 ad un’altra provincia di sua scelta con il riconoscimento del punteggio e della conseguente posizione di graduatoria». Il che dovrebbe portare dal 2011 alla riduzione a due del numero di province per le quali si può esercitare l’opzione da parte degli insegnanti, nonché introdurre l’inserimento nelle graduatorie secondo la modalità cosiddetta ‘a pettine’ e dunque introdurre una sorta di graduatoria unica. Per la graduatoria attuale, resta quanto previsto dall’emendamento della relatrice Paola Pelino che ha confermato la possibilità di scelta in altre tre province, ma in coda alla graduatoria.

SUPPLENZE – Tra le modifiche che dovrebbero essere approvate durante l’esame dell’Aula del decreto legge sui precari della scuola spunta anche una proposta che riprende due emendamenti identici a firma delle opposizioni e che interviene sul primo articolo del provvedimento. Il testo del decreto prevede che «i contratti a tempo determinato stipulati per il conferimento delle supplenze», in quanto «necessari per garantire la costante erogazione del servizio scolastico ed educativo, non possono in alcun caso trasformarsi in rapporti di lavoro a tempo indeterminato e consentire la maturazione di anzianità utile ai fini retributivi prima della immissione in ruolo». La modifica sulla quale si sarebbe registrata la convergenza di maggioranza e governo cancellerebbe l’inciso «in alcun caso» che secondo molti avrebbe costituito un precedente ricco di insidie da un punto di vista giuridico.

GELMINI – «Auspico che il Parlamento adotti le soluzioni migliori per rispondere all’emergenza ma non manchi la visione di medio periodo» ha dichiarato nell’Aula della Camera il ministro dell’istruzione Mariastella Gelmini. «Dobbiamo – ha spiegato la Gelmini – andare oltre l’emergenza e fare riforme che non sono più rinviabili. I giovani non vanno più illusi ma devono essere messi nelle condizioni di programmare serenamente il loro futuro». Il ministro Gelmini ha esordito spiegando che «il precariato nella scuola ha origini lontane, è il frutto di svariati interventi legislature che invece di alleviarlo lo hanno solo incrementato. Per troppo tempo la scuola è stata vista come un ammortizzatore sociale, e l’aumento degli insegnanti è stato scambiato con un aumento di qualità, secondo uno schema che è chiaramente fallito allargando a dismisura la platea degli aspiranti alla stabilizzazione ed il precariato». Insomma, «una situazione desolante e senza controllo, senza visione di insieme e inutile a fermare la crescita di nuovo precariato». Per questo, secondo la Gelmini «bloccare il ciclo delle Siss è stato un atto di onestà intellettuale: abbiamo 270mila precari nelle graduatorie permanenti e 300mila in quelle di istituto. Numeri drammatici rispetto ai quali è necessario cambiare pagina». Da qui la necessità, con questo decreto legge di cui il governo chiede la conversione, di «bloccare l’insorgenza di nuovo precariato dotando gli insegnanti italiani della carriera con avanzamenti legati al merito».

IL PD – «Il provvedimento sui precari che arriva oggi all’attenzione della Camera è il tentativo di mettere una toppa al disastro che questo governo ha preparato per l’istruzione pubblica fin dal suo insediamento: meno risorse, meno insegnanti, meno scuole».dice la vicepresidente dei deputati Pd, Marina Sereni. «Alla decisione del ministro Gelmini di togliere il lavoro a decine di migliaia di insegnanti che per anni hanno contribuito al funzionamento degli istituti e alla crescita dei ragazzi, si è cercato di rimediare con questa legge che, anche grazie al nostro contributo in commissione, ha offerto alcune opportunità a chi è stato messo alla porta». «Ora la battaglia del Pd è tutta concentrata sul comma uno del provvedimento nel quale esplicitamente si impedisce che i contratti di queste lavoratrici e di questi lavoratori possano passare da temporanei a tempo indeterminato. Sarebbe la condanna al precariato a vita per persone che, a volte, anche da oltre dieci anni, insegnano nelle scuole pubbliche. Dopo le parole del ministro Tremonti e l’elogio del posto fisso – conclude Sereni – ci aspettiamo un primo momento di coerenza». ”

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