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La scuola non deve essere un giocattolino nelle mani di qualche signora dell’ultim’ora

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La scuola, è ormai superfluo definirla alla frutta, si ritroverà, a causa di una cattivissima amministrazione, a scrivere una delle pagine più brutte delle ultime graduatorie per gli insegnanti. Richieste sindacali, interessi di partito e poi i ricorsi, nonostante i numeri della maggioranza di questo governo, stanno rivelando la debolezza dell’esecutivo. Ora che si è deciso di inserire taluni ricorrenti a pettine cosa si prospetta? Se il MIUR si deve inchinare alle sentenze del Consiglio di Stato ci sono motivazioni ben più profonde che il rispetto delle ordinanze della magistratura. L’on. Aprea, già all’interrogazione di luglio, diede ragione all’on. Russo del PD, nei confronti del presidente Pizza. Inoltre, certamente, ma per interessi particolari, non per il rispetto di un principio di giustizia(per alcuni) o giuridico(per altri), anche altri parlamentari, in linea con Valentina Aprea, sono favorevoli all’esecuzione delle sentenze. Gli scenari sono davvero preoccupanti: si inseriranno alcuni ricorrenti(quelli più pazienti a seguire le istruzioni legali, volta per volta, per vedere valere le loro ragioni) e poi? Si rifaranno le nomine? E, poi quali altri ricorsi seguiranno? A questo proposito già sul sito www.gildavenezia.it si iniziano a prospettare le possibilità di un seguito giudiziario senza fine. Non oso immaginare cosa potrà accadere di qui alle prossime settimane. Una cosa sola, a mio avviso, visto che, alla fine, il MIUR, si è inchinato alla magistratura, dovrebbe certamente accadere: le dimissioni del Ministro Gelmini. Se ha perso una battaglia su uno dei principi portati avanti nella stesura del famoso DM 42/09, ne deve prendere atto e deve andare via. La signora Gelmini, prima, ha avuto torto(sentenze TAR e CdS); poi, incapace di convincere la maggioranza dei parlamentari alle sue idee, ha perso(visto l’annuncio dell’inserimento dei ricorrenti a pettine da parte del Vice Direttore Generale del Personale, dott. Pilo, per il Ministero dell’Istruzione): è costretta ad eseguire le sentenze. La scuola non può essere un giocattolo nelle mani della signora Gelmini. Ora, la Gelmini è minoranza non solo nel paese, ma lo è anche all’interno della sua stessa maggioranza: quindi, se ne deve andare! Da professione insegnante

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