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GILDA DICE NO AI PROVVEDIMENTI DI “SOSTEGNO” AL PRECARIATO DELLA SCUOLA

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BASTA CON LE FROTTOLE  SULLA SCUOLA E IL PRECARIATO !! GILDA DICE NO AI PROVVEDIMENTI DI “SOSTEGNO”  AL PRECARIATO DELLA SCUOLA

Gilda degli Insegnanti della Provincia di Venezia esprime netto dissenso rispetto ai provvedimenti proposti e parzialmente approvati dal Consiglio dei Ministri del giorno 9/9/2009. Si tratta dell’ennesima presa in giro dei colleghi precari che rischiano di vedere riconosciuto in termini strutturali la loro posizione di precarietà flessibile ai bisogni delle istituzioni scolastiche e delle Regioni.

I provvedimenti del governo danno una ipocrita e parziale risposta ai problemi del precariato prospettando una indennità di disoccupazione (che già esiste) e uno status “professionale” con il quale ci si renderebbe disponibili ad accettare qualsiasi supplenza pena la perdita di punteggio e indennità (in che ambito territoriale, con quali criteri, per quanto tempo, ecc…?) o a progetti (quali, decisi da chi, con che continuità…?). Preoccupano ancor di più i cosiddetti “contratti di disponibilità” che favoriscono oggettivamente le Regioni che intendono stipularli non solo per i riflessi di mera ricerca di consenso politico-clientelare, ma soprattutto perché si utilizza parte importante della forza lavoro precaria della scuola a costi irrisori nei corsi di formazione professionale, già in gran parte governati da lobbies private.

Tali provvedimenti avrebbero durata annuale. Il prossimo anno scolastico, se parte la riforma delle superiori, il numero dei perdenti raddoppierà e ci sarà bisogno di ulteriori provvedimenti “straordinari”…

Gilda intende ribadire che il problema del precariato si deve risolvere con serietà e responsabilità e senza innescare una terribile lotta tra poveri o ingenerare ulteriormente aspettative tra i colleghi che si affacciano da poco nel mondo della scuola.

Cosa propone la Gilda degli Insegnanti?

  • E’ necessario stabilizzare il precariato “storico” riconoscendo l’accesso al contratto a tempo indeterminato ai colleghi che da anni stanno effettuando supplenze annuali concesse dagli USP o dalle Istituzioni Scolastiche;
  • Bisogna superare urgentemente la frattura esistente tra organico di fatto organico di diritto. Chiediamo l’introduzione degli organici funzionali di Istituto con una quota aggiuntiva prestabilita rispetto all’organico definito ora secondo i parametri astratti e lontani dalla realtà;
  • Bisogna immettere in ruolo tutti i precari che si trovano in posizione utile per l’accesso ai contratti a tempo indeterminato eliminando riserve e quote, se non previste espressamente da leggi specifiche come quella relativa all’inserimento lavorativo dei diversamente abili:
  • E’necessario ampliare il numero di cattedre disponibili per l’immissione in ruolo mediante provvedimenti di prepensionamento per i docenti che si trovano nell’ultima fascia stipendiale senza nessuna penalizzazione (tale provvedimento è stato in più casi adottato per altre categorie senza che nessuno esprimesse grandi critiche o perplessità, vedi settore Chimico, Alitalia, bancari, ecc.). Tali provvedimenti avrebbero un effetto costo-benefici sul bilancio statale analogo a quello che accadrà con la corresponsione di indennità o altri provvedimenti di spesa per il normale funzionamento delle scuole;
  • E’ opportuno ridurre strutturalmente l’orario frontale di cattedra per i docenti che svolgono funzioni specifiche nelle scuole (funzioni strumentali, collaboratori del dirigente, tutor, supervisori di tirocinio, ecc.) o a livello di reti di scuola. Ciò consentirebbe di ricavare alcune migliaia di cattedre disponibili per l’immissione in ruolo.
  • E’ necessario cassare dal CCNL la possibilità per i docenti della secondaria di ricoprire fino a 24 ore cattedra (oltre le 18);
  • E’ necessario eliminare la possibilità per i pensionati di poter effettuare per un biennio un rapporto di lavoro a tempo parziale comprimendo il numero delle cattedre disponibili;
  • E’ necessario ribadire, anche in applicazione delle normative relative alla sicurezza, che le classi devono essere formate da un massimo di 25 allievi;
  • E’ opportuno rivedere le norme che consentono il tempo pieno per i docenti che svolgono la libera professione o attività imprenditoriali.
  • E’ fondamentale riconoscere un nuovo e definitivo canale di formazione e reclutamento dei futuri docenti, fatti salvi i diritti acquisiti dai colleghi che hanno già conseguito abilitazioni nel passato.

Solo così si potrà dare una risposta credibile al precariato storico della scuola, precariato formato da docenti che hanno anni di servizio alle spalle e che spesso hanno una età che non consente loro di trovare altra occupazione, in particolare in un momento storico caratterizzato da una grave crisi economica.

Gilda intende portare avanti tali proposte e confida che esse diventino patrimonio comune di tutti i movimenti e sindacati che sono o dichiarano essere al fianco dei precari della scuola.

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