ROMA – Il 23 ottobre “il popolo della scuola pubblica riempirà le strade di Roma” assieme alle altre categorie del lavoro dipendente in occasione dello sciopero generale. Lo annunciano i Cobas.
“I protagonisti della scuola – avverte il sindacato in una nota – diranno no ai tagli, alle controriforme Tremonti-Gelmini, all’espulsione dei precari e ai contratti di disponibilità, alla legge Aprea, alle cattedre oltre le 18 ore” e chiederanno le dimissioni del ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini.
In avvicinamento a quella data, i precari hanno promosso per il 3 ottobre una manifestazione nazionale a cui i Cobas daranno sostegno, arrivando con ogni mezzo di trasporto nella capitale.
Intanto, in concomitanza con l’apertura dell’anno scolastico, docenti e personale Ata aderenti ai Cobas hanno messo in atto proteste inusuali, recandosi a scuola con vestiti tagliuzzati, adesivi anti-Gelmini, segnali di lutto per condannare “il catastrofico immiserimento dell’istruzione”.
MESSINA, LA DISPERAZIONE DI DUE INSEGNANTI. Le due insegnanti precarie Letizia Sauta e Rosaria Marchetta continuano per il quinto giorno consecutivo lo sciopero della fame davanti al comune di Messina come forma di protesta contro i tagli dopo la riforma dela Pubblica istruzione. Le precarie chiedono di incontrare il premier Silvio Berlusconi senza intermediazioni.
Marchetta nonostante abbia ricevuto ieri un incarico di supplenza alla scuola Mazzini, al termine delle lezioni ha raggiunto nuovamente la collega a piazza Unione europea e si prepara a trascorrere una nuova giornata di digiuno.
Preoccupata per la sorte della due docenti la segretaria della Flc-Cgil Graziamaria Pistorino che afferma:”Nutro profonda stima e rispetto per la scelta delle colleghe e soprattutto per la determinazione con cui stanno portando avanti la loro battaglia.
Al tempo stesso però sia io, che il segretario generale della Cgil di Messina, Lillo Oceano, abbiamo a cuore la salute delle due donne che non sono assolutamente intenzionate a mollare. Anche per questo ieri abbiamo deciso di rivolgerci al prefetto.