Le ultime dichiarazioni del ministro Gelmini sui prof alzano un autentico polverone. A proposito degli insegnanti e dirigenti scolastici che nella scuola farebbero politica disattendendo le riforme, Francesco Scrima, leader della Cisl scuola, rintuzza: “Altro che politica a scuola, in Italia manca una vera politica scolastica. L’unico che la fa è Tremonti con i tagli agli organici. E a proposito dei troppi trasferimenti, circa 200 mila su oltre 800 mila insegnanti in cattedra, Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc Cgil, ricorda al ministro che “una maggiore stabilità dei docenti sarebbe auspicabile ma se guardiamo ai provvedimenti del governo – continua Pantaleo – si va dalla parte opposta”.
“E’ già nel contratto – aggiunge Scrima – l’impossibilità per i docenti neoassunti di trasferirsi per tre anni. Ma, come ha detto lo stesso ministro, la maggior parte dei trasferimenti riguarda i precari che vengono licenziati a fine ano e riassunti l’anno dopo. Non è certo colpa nostra se, per esempio, sul sostegno ai disabili quasi metà dell’organico è costituito da supplenti”, conclude. L’attacco alla classe docente non viene neppure mandato giù dal collega Pantaleo. “”La sfida agli insegnanti e l’attacco alla libertà di insegnamento – dichiara – mostra un’idea regressiva e poco democratica della scuola”.
“Il meccanismo della mobilità degli insegnanti – dichiara Massimo Di Menna, a capo della Uil scuola – è da rivedere, ma quando abbiamo proposto alcune modifiche o di assegnare alle scuole unh organico funzionale per 5 anni, ad esempio, ci hanno detto di no. E che dire – conclude Di Menna – delle cattedre a 18 ore nella scuola media e superiore che hanno sacrificato la continuità didattica?”. Se poi il ministro si riferisce alle proteste di piazza “sappia che il sindacato tutela i lavoratori della scuola”.
“Anziché fare da megafono alla linea delle minacce e degli insulti che ormai caratterizza questo governo – risponde al ministro Mariangela Bastico, responsabile scuola del Pd – il ministro risponda nel merito delle critiche e delle proposte, se ne è capace. Cosa di cui, purtroppo, cominciamo a dubitare”. “E anziché pagare l’ennesima cambiale alla Lega teorizzando tetti al numero degli studenti stranieri per classe, il ministro – continua la Bastico – aumenti il numero degli
insegnanti, consenta il tempo lungo, attivi corsi di italiano per alunni stranieri. O forse quello che non si vuole è proprio trasformare un problema in una risorsa, per non infastidire Bossi e compagnia?”.
“Il comportamento del ministro Gelmini – dichiara Maria Coscia (Pd) – è grottesco: cercare di attribuire una matrice politica alla contrarietà di famiglie e docenti alle misure ministro dell’Istruzione è un tentativo debole di chi non sa cosa fare per sottrarsi ai propri errori”.
E a proposito dei precari e genitori, in piazza in queste ore, aggiunge: “Le critiche provengono da chi ha perso il proprio posto di lavoro, da chi vede calare l’offerta didattica, da chi ha bocciato la boutade del maestro unico, da chi è costretto a fare i salti mortali per portare i figli in scuole sempre più lontane e in classi strapiene”. Mentre l’ex ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, e Dario Franceschini annunciano una conferenza stampa per domani.
Anche gli studenti della rete insorgono e chiedono al ministro di dimettersi. “La Gelmini – rilancia Luca De Zolt – invita chi fa politica a scuola a lasciare le aule, non invitiamo lei a lasciare il ministero se non sarà in grado in tempi strettissimi di risolvere la situazione di delirio più totale in cui versa la scuola pubblica. Oggi è il primo giorno di scuola: un primo giorno che inizia con i problemi ormai storici aggravati pesantemente dagli effetti dei tagli dell’anno scorso”.
(14 settembre 2009)
fonte La repubblica