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Presidio degli insegnanti milanesi Incatenati davanti al Provveditorato

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LA CARICA DEI PRECARI

Presidio degli insegnanti milanesi Incatenati davanti al Provveditorato

Davanti all’ingresso degli uffici di via Ripamonti hanno portato un gazebo e una tenda per la notte. I precari si sono radunati per protestare contro i tagli alla scuola e comunicano che se ne andranno solo quando riusciranno ad ottenere il rinnovo dei contratti

 

 

 Milano, 1 settembre 2009 – Protesta in atto davanti al Provveditorato contro i tagli alla scuola. Alcuni insegnanti si sono incatenati davanti agli uffici di via Ripamonti, proseguendo così le azioni di protesta nate in diverse città italiane negli ultimi giorni.

Si sono radunati per iniziare quella che definiscono una ‘resistenza a oltranza’ contro i tagli alla scuola. E per questo davanti all’ingresso degli uffici di via Ripamonti hanno portato anche un gazebo e una tenda dove passare la notte.

“Non ce ne andiamo fino a quando non avremo ottenuto il rinnovo dei nostri contratti”, spiega Olga Romano, seduta su una sedia da campeggio e incatenata a un palo della rete elettrica, in segno di resistenza. Trent’anni, insegnante di filosofia, da giugno disoccupata, Olga fa parte della sezione milanese ‘precari’ del ‘Coordinamento lavoratori scuola 3 ottobre’, che ha organizzato il presidio.

Alla manifestazione, per il momento senza tensioni, stanno partecipando circa 60 insegnanti, con striscioni ‘anti-Gelemini’.L’ingresso del provveditorato è presidiato dalle forze dell’ordine. 

Cinquemila precari della scuola chiedono il rinnovo immediato del contratto a tempo determinato e il reinserimento negli istituti di Milano e Monza in cui già operavano lo scorso anno. I non docenti della scuola, in attesa di un incarico di ruolo o annuale, sono nel capoluogo lombardo oltre 4mila, di cui 899 svolgono funzioni amministrative, 266 sono i tecnici e 3.146 i bidelli.

Da oggi lo sciopero, una protesta silenziosa, come la definiscono gli organizzatori, col quale il personale Ata chiederà di essere confermato per l’anno scolastico 2009-2010, di aumentare il numero delle imissioni in ruolo e di offrire maggiori garanzie occupazionali per i precari licenziati.

Il problema è sorto il 28 agosto, quando il decreto n. 33653 pubblicato dall’Ufficio scolastico provinciale ha elencato i destinatari dei contratti a tempo determinato per il nuovo anno. Secondo tale normativa il personale Ata non ancora contrattualizzato entrerà in servizio da oggi e fino a quando non arriverà ‘l’avente diritto’, che sarà successivamente individuato con ulteriori convocazioni. In questa seconda sede si definirà anche la durata contratto.

 Inevitabile l’ira del personale non docente e la protesta contro i tagli coatti e ingiustificati, le mancate assunzioni dei professori e degli Ata dopo tre anni di contratti a termine, l’assenza di trasparenza negli atti amministrativi e i mancati risarcimenti del 2,5% sugli scatti biennali.

L’ufficio vertenze nazionali dello Iuniscuola fa sapere a tutto il personale che maggiori informazioni saranno rese da Leonardo Donofrio, presidente del sindacato, al numero 388.364.2614. “Non sono solo questi i problemi – afferma Donofrio – una legge voluta dal ministero del Lavoro in gennaio obbligava le scuole a pubblicare un prospetto informativo della sitiuazione occupazionale dei disabili. Per legge, una percentuale di posti deve essere garantita a chi ha un handicap.

Il ministero ha stabilito inoltre che gli istituti che non adempiano all’obbligo pagheranno una sanzione pari a 578,43 euro, maggiorata di circa 28 euro per ogni giorno di ritardo. Vorremmo sapere se tutte le scuole hanno fornito la documentazione. Al monento non abbiamo ancora ricevuto risposte in merito”.

Secondo il Coordinamento 3 ottobre, un movimento spontaneo di collaborazione tra i precari della scuola, è necessario reagire e far sentire la propria voce. “Vogliamo che vengano ritirati i tagli e che ci siano nuove convocazioni – aveva affermato pochi giorni fa Giuseppe Palatraso, insegnante di diritto – una scuola serena implica maggiore qualità”.

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