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MARIA STELLA CADENTE.

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Insegnanti contro il sistema di graduatorie del ministro. A rischio l’anno scolastico

Mariastella contro il pettine. Nella calda estate dei 25 mila supplenti in libera uscita ci si è messo anche il Tar del Lazio. Che ha accolto il ricorso di alcuni insegnanti contro il marchingegno che assegna i posti in graduatoria a chi vaga per l’Italia in cerca di cattedra: chi fa domanda anche in altre province oltre a quella “principale”, si metta in coda e aspetti, aveva statuito Gelmini. Niente affatto, ha detto il Tar: valgono i punteggi, quindi i pendolari si possono inserire “a pettine”, anche scavalcando chi già c’era. Per esempio: una maestra che l’anno scorso si era trasferita da Milano a Palermo, quest’anno in Sicilia ha poche chance. Allora fa domanda anche in altre due province, spesso nordiche (dove ci sono più posti), e col sistema del pettine può sperare in buoni piazzamenti. La sentenza del Tar ha fatto felici tutti i precari delle province a rischio, e messo in crisi gli altri: una guerra tra Nord e Sud, ma anche interprovinciale. Per esempio, i docenti di Taranto temono le orde dei supplenti calabresi pronte a infilarsi a pettine nelle liste e soffiare loro il posto. Una guerra tra poveri, ma anche un incubo burocratico: se il Consiglio di Stato confermasse la sentenza, salterebbero in aria le liste di 300 mila insegnanti precari, e con esse l’inizio delle lezioni a settembre. La Gelmini fa le barricate: la sentenza del Tar, impugnata dal ministero, per ora non si applica. E se l’appello le desse torto, è pronta l’arma finale: un decreto ad hoc contro il pettine.    R. C.

Da L’Espresso del 4 Agosto 2009

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