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Un Premier da barzelletta

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Notizia del 11 agosto 2009 – 12:19

Su Vanity Fair un ritratto implacabile di Berlusconi: “Un ex cantante da crociera rimasto un instancabile e dozzinale seduttore. Uno spaccone, un lascivo produttore che quando è arrivato al Governo si è portato dietro tutto il suo esercito di veline”

 

di Libero News

Mentre Berlusconi continua a preoccuparsi e a far guerra alla stampa italiana, colpevole, a suo dire, di bugie, illazioni e mistificazione d’immagine nei suoi confronti, farebbe bene ad allargare gli orizzonti e dare un occhio a quel che sta succedendo fuori dal cancello di casa, dove gli articoli e le immagini pubblicate dai media esteri son ben più dissacratori e diffamanti dei nostri.

Nell’ultimo, appena pubblicato dall’edizione americana di Vanity Fair, Silvio ne esce come peggio non si potrebbe: “Un national joke”, un Premier da barzelletta.

In un lungo articolo il giornalista Michael Wolff racconta le avventure che “minacciano la carriera di uno degli uomini più ricchi e dei politici di maggior successo in Europa”. Corredato da una bella e dissacrante gallery dal titolo: “Tutte le donne del presidente“. Da Veronica a Noemi a Mara a tutte le veline che gli han fatto da contorno in tutti questi anni.

Sì, perché secondo la tesi di Wolff, Silvio non è altro che un ex “crooner” (cantante da crociera) rimasto, nonostante il passare degli anni e l’enorme fortuna accumulata che l’ha portato ad essere un miliardario immensamente potente, oltre che capo del Governo, un instancabile e dozzinale seduttore.

«Silvio è un Sinatra da grande magazzino. Uno stereotipo italiano. È uno spaccone, cosa che è parte del suo fascino. È il lascivo produttorecon uno dei più attivi divanetti di casting che cova un grande sogno: portare in tv ragazze dai grandi seni, le sue veline. Quelle che negli anni ha fatto moda, sposando calciatori e rendendolo famoso».

Sono la sua fortuna, il suo marchio di fabbrica, lascia intendere Wolff. Tanto che quando fonda un partito e approda al Governo, se le porta tutte dietro.

«Non a caso – prosegue il giornalista- a questo ultimo G8 accanto a lui non c’era la moglie Veronica, che nel frattempo ha chiesto il divorzio proprio perché “Silvio va con le minorenni” (negli anni della sua ascesa politica, lei stava a Milano, lui a Roma occupato in una vita politica e sessuale da capogiro) ma una ex showgirl, Mara Carfagna, diventata ministro grazie a lui».

Ma quel che è peggio, prosegue Wolff, è che Berlusconi “è entrato in politica per difendere il suo business televisivo extra legale che protegge i suoi interessi con l’immunità delle cariche istituzionali, Premier compreso, e con la legge sulle intercettazioni telefoniche”.

Difatti, scrive Vanity, nonostante molte donne raccontino “di essere state pagate per intrattenere il premier la tv italiana misteriosamente non sfiora neppure l’argomento“. Ci prova la stampa, almeno quella che non è controllata da lui. E le conseguenze son ben note a tutti.

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