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Gabbie salariali, Italia divisa

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ROMA – Le gabbie salariali dividono gli italiani. Soprattutto tra Nord e Sud. Secondo un sondaggio  curato da Ipr Marketing su un campione di 1.000 cittadini, infatti, il consenso alla proposta di adeguare i salari al costo della vita nelle singole Regioni è trasversale rispetto all’appartenenza politica, ma è fortemente influenzato dall’area di residenza. 

In particolare, al Nord 3 cittadini su quattro sono favorevoli alla proposta. Al Sud, invece, i contrari arrivano a quota 70%. Parità tra i cittadini del Centro: il 52% è contrario. A preferire l’idea di salari parametrati sono i dipendenti pubblici (il 61% è favorevole), più sfiduciati i dipendenti privati (contrario il 57%), gli autonomi e gli imprenditori, che rispondono ‘nò nel 55% dei casi.

Contrari gli  elettori del centrosinistra (il 55% non vuole sentir parlare di gabbie), mentre quelli di centrodestra mostrano una tiepida approvazione, con i favorevoli al 52%.

Al Nord i cittadini favorevoli sono convinti che il provvedimento incentiverebbe lo sviluppo del Sud (la pensa così il 53% degli intervistati settentrionali). Il 72% degli intervistati meridionali ha l’opinione opposta: le gabbie finirebbero per accentuare ulteriormente le diseguaglianze.

Il 48% degli italiani è convinto che la disparità di trattamento a livello economico tra lavoratori del Nord e del Sud ci sia già, e tale da rendere superfluo qualsiasi altro cambiamento.

LOMBARDO: “LA DEFINIZIONE GABBIE FA SCHIFO”. “La sola definizione di gabbie fa schifo. Consiglierei a Bossi di usare un vocabolario meno spregevole. La Lega sta rimarcando il suo peso nel governo e Berlusconi si appiattisce sulla linea di Pontida”. Lo afferma il presidente della Regione e leader del Mpa Raffaele Lombardo.

Secondo il governatore siciliano “sarebbe bene parlare di parità di occupazione: in dieci anni se ne sono andati 700mila lavoratori dal Sud al Nord, se abbassano anche i salari se ne andranno al  Nord dieci volte di più”.

Per Lombardo anche questo “fa capire quanto sia indispensabile il Partito del sud” visto che, sostiene, “i partiti nazionali ci danno fregature ad alternanza”. E quello sul Partito del sud non è un tema archiviato per Lombardo: “Il discorso – annuncia – lo riprenderemo – a metà settembre perché le regioni del Sud non possono accettare supinamente questa politica antimeridionalista del governo.

Ci dobbiamo preparare bene all’appuntamento con le elezioni regionali del prossimo anno – sottolinea il leader del Mpa – e voglio vedere cosa faranno Campania, Puglia e Calabria di fronte all’offensiva  leghista”.

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