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Poche immissioni in ruolo e tanti licenziamenti

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13 giugno 2009 – ANIEF
E’ finita con la solita boutade estiva il roboante annunciato incontro sul precariato tra il MIUR e le Organizzazioni sindacali rappresentative in scadenza di mandato.

L’Amministrazione ripete di stare ancora aspettando il beneplacito del MEF per l’autorizzazione delle 20.000 immissioni in ruolo e annuncia di aver incontrato l’INPS in merito al gravoso problema degli assegni di disoccupazione, ribadendo la disponibilità ad aprire un tavolo specifico sul precariato (non più a livello governativo, ovvero della Presidenza del Consiglio dei Ministri) e subito la maggior parte dei Sindacati esulta, rivendicando i risultati. Ma di che cosa poi, non si sa, poche immissioni in ruolo e molti licenziamenti!

Il MIUR dovrebbe autorizzare 75.000 immissioni in ruolo di personale docente mentre, se va bene, ne autorizza 20.000 (di cui 7.000 di sostegno), violando la legge 296/06, ragion per cui saremo costretti a ricorrere.

Il MIUR conferma i 20.000 tagli alle supplenze annuale senza fare alcun accenno alla roboante continuità didattica invocata da alcuni Sindacati che è uno specchio per le allodole perché non è mai stata percorribile; se no, non si capisce perché tutti i precari che negli anni passati hanno avuto per una sola volta la nomina annuale non debbano aver riconosciuto lo stesso diritto alla nomina giuridica per gli anni successivi (forse l‘anno fortunato dipende dall‘anno horribilis dei tagli? E i tagli degli anni passati?)

Né il MIUR ha accennato ad aumenti dell’assegno di disoccupazione ma degli assegni, tanto che la retribuzione per i mesi prossimi di disoccupazione sarà uguale a prima, sempre se ci sarà. Se ci saranno 20.000 supplenti annuali in meno, infatti, è giusto che il MIUR avverta l’INPS indebitata di trovare le potenziali risorse per coprire una nuova massa di disoccupati di 20.000 unità. Altro che aumenti, se no, non avrebbero fatti i tagli, pardon, la razionalizzazione nella Scuola, i cui primi effetti si faranno sentire nella finanza pubblica dal prossimo settembre.

Sul contenzioso in atto, risultato della lunga e proficua contrattazione avuta tra Sindacati e MIUR nei mesi precedenti del 2009 prima dell‘emanazione del DM 42/09 (ricordiamo, emanato, su richiesta di alcuni, senza alcun riguardo alle sentenze ottenute dall‘ANIEF e quindi contra legem ), soltanto un breve accenno da qualcuno e un auspicio che il MIUR se ne assuma la responsabilità politica. Ma perché in questo Paese si è sempre bravi a lanciare le pietre e nascondere le mani, salvo poi accusare un’Amministrazione dove nessuno paga?

In conclusione, giova ricordare che:

– soltanto l’ANIEF da due anni ribadisce il pieno diritto alla mobilità dei precari perché, se no, dal 2001 al 2009 si sarebbero dovute creare esisterebbero ben 1o code per provincia (uno per ogni aggiornamento dopo le 5 del 2001) e si sarebbe stati valutati con il solo punteggio dell’anno di inserimento senza alcun cambiamento nella tabella di valutazione come per le graduatorie di merito

– soltanto l’ANIEF riesce a garantire ai propri iscritti con i ricorsi il diritto alla mobilità aumentando le possibilità di ottenere immissioni in ruolo e supplenze annuali

– soltanto l’ANIEF ritiene doveroso senza se e senza ma immettere in ruolo 75.000 docenti coprendo tutti i posti in organico di fatto, caso unico in Europa, come ha chiesto in Parlamento

– soltanto l’ANIEF si è presentata per prima in Parlamento da sola un anno fa in audizione al Senato con una dura puntuale analisi degli 87.000 tagli

– l’ANIEF da tempo chiede il riconoscimento dell’inserimento nelle GaE degli iscritti al primo anno nel 2008-2009 dei corsi presso AFAM, Accademie, Conservatori, tanto da promuovere un ricorso al Tar Lazio

– soltanto l’ANIEF ha espresso il suo favore per la valutazione degli anni di servizio maturati dai docenti non abilitati all’atto della selezione per l’anno di tirocinio attivo.

Il resto è solo il canovaccio di una commedia all’italiana che si è trasformata chiaramente in una farsa.

Per questo difendiamo il rinnovo delle elezioni delle RSU alla loro naturale scadenza di dicembre, per non tradire la volontà dei lavoratori della conoscenza, per non derogare contra legem la rappresentatività nel prossimo triennio, per far scegliere ai docenti i loro rappresentanti sindacali, per rendere una buona volta l’uomo faber fortunae suae .

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