Una telefonata con il premier turco Tayyp Erdogan, per tentare di sbloccare la nomina di Anders Fogh Rasmussen a segretario generale della Nato, ha fatto saltare a Silvio Berlusconi la cerimonia sul Reno con i leader della Nato. Il presidente del Consiglio è arrivato in auto a Kehl, in Germania, davanti al tappeto rosso su cui Angela Merkel attendeva gli altri 27 capi di Stato e di governo dell’Alleanza e, mostrato al cancelliere tedesco che era al cellulare, ha ruotato l’indice per spiegare che avrebbe tardato. Così la Merkel ha accolto una decina di altri leader, tra cui lo stesso premier danese Rasmussen e il britannico Gordon Brown, mentre Berlusconi continuava a parlare al cellulare passeggiando sulla sponda del fiume.
Fonti governative hanno riferito che il presidente del Consiglio è impegnato dalle prime ore del mattina in una trattativa per cercare di ottenere il via libera della Turchia sul nome di Rasmussen. La cerimonia è poi proseguita senza Berlusconi, con i leader della Nato che hanno attraversato la passerella sul Reno, a partire dal presidente Usa Barack Obama che è quello con meno anzianità nell’incarico. I capi di Stato e di governo dell’Alleanza, accompagnati da una banda, sono stati accolti a metà della passerella dal presidente francese Nicolas Sarkozy. L’evento simboleggia la pacificazione franco-tedesca dopo le due guerre mondiali. Berlusconi ha saltato anche il minuto di silenzio per i caduti nelle missioni Nato e si è unito agli altri leader solo una ventina di minuti dopo, sulla sponda francese del Reno da dove i leader sono partiti in pullman per Strasburgo. Le telecamere lo hanno inquadrato mentre si spiegava con la Merkel e riferiva a Rasmussen della sua telefonata.
Poi in serata da Praga, Berlusconi minaccia i media. Il premier spiega di «non farcela più» con la stampa italiana che – ribadisce
– gioca contro l’Italia. «La Regina – dice il presidente del consiglio – è stata nei miei confronti assolutamente aperta e simpatica. Qualcuno ha parlato di un rimbrotto ma poi quando arriva la smentita non richiesta, dicono che l’ha dovuta fare per la pressione di Berlusconi… Allora dico: ‘andate al diavolo…’». Per il premier la misura è colma: «veramente – osserva passeggiando per le vie di Praga – non se ne può più. Questa è calunnia nei miei confronti e disinformazione nei confronti dei lettori».
Il cavaliere allora fa un ragionamento: «quindi ad un certo momento non voglio arrivare a dire di fare azioni dirette e dure nei confronti di certi giornali e di certi protagonisti della stampa, però sono tentato perchè non si fa così…». Ma quale tipo di azioni?, chiedono i giornalisti. «Perchè – risponde Berlusconi – voi pensate che se io dico: non guardate più una tv o altro, non c’è nessuno
che mi segue in Italia?».
04 aprile 2009