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Corsi di recupero nel caos “Fateli nelle ore di lezione”

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Non ci sono più soldi per pagare le ore ai professori e si cerca una soluzione tra le polemiche

Mancano i soldi per organizzarli e i corsi di recupero diventano un caso. Dovrebbero partire nelle scuole superiori la prossima settimana, ma il ministero non li ha finanziati e negli istituti milanesi scoppia il caos. Gli studenti con almeno un’insufficienza, dopo il primo quadrimestre, sono il 65 per cento degli iscritti. Avrebbero diritto per legge a corsi pomeridiani di 15 ore per ciascuna materia insufficiente. Ma solo in teoria: al pomeriggio gli insegnanti vanno pagati e le casse delle scuole sono vuote. I presidi da giorni chiedono spiegazioni al provveditorato per sapere se e quando arriveranno i soldi, ma gli uffici di via Ripamonti rispondono che «al momento non c’è nessuna certezza».

Antonio Lupacchino, provveditore agli studi, dà un suggerimento: «Una soluzione ragionevole e già adottata in molte scuole — dice — è fare i corsi al mattino, sospendendo per una settimana l’attività didattica». È la soluzione decisa al classico Beccaria: da martedì fino a sabato le normali lezioni saranno interrotte per fare ripasso. Lo stesso si farà alle Magistrali Agnesi, ma le date sono ancora da decidere. Al liceo classico Parini ci sono fondi abbastanza per organizzare dieci ore di recupero in ogni classe, non di più, e decidano gli insegnanti per quali materie spenderli. Allo scientifico Vittorini i soldi bastano per organizzare corsi per tre materie, da dieciore e non da 15, e solo per 250 dei 956 studenti iscritti: «Ad avere insufficienze sono molti di più — dice il preside Giorgio Castellari — ma soldi non ne abbiamo abbastanza».

Gli insegnanti, per le lezioni fatte al pomeriggio, costano 50 euro l’ora. L’anno scorso per fare fronte a questa spesa, il ministero dell’Istruzione ha dato in media 40mila euro a ogni istituto. Perché il finanziamento sia rinnovato nei giorni scorsi Cgil Scuola e l’Associazione delle scuole autonome milanesi hanno scritto al ministero, ma senza risultato. «Bisogna fare qualcosa — dice Roberto Proietto, dirigente dello scientifico Bottoni — non riusciamo a pagare le supplenze e le visite mediche al personale, e tre giorni fa ci è stato comunicato con una circolare che non riceveremo nemmeno la dotazione ordinaria, i fondi per pagare gessetti e carta igienica. Pr questa sessione di recupero in qualche modo ci si arrangi, ma di sicuro non resterà in cassa un euro per i corsi estivi. Ma come facciamo?».

Nota: La Repubblica.it 31/01/2009

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