Molto spesso, recentemente, il dibattito affidato ai media si è soffermato su alcuni aspetti (maestro unico e tempo pieno) di forte impatto emotivo e certamente anche sostanziale sul piano qualitativo (basti pensare all’inevitabile limitazione di opportunità per i bambini che il ritorno all’insegnante unico comporterà o alla destrutturazione sostanziale di un modello scolastico di tempo lungo invidiatoci in tutto il mondo….), come origine e causa del conseguente taglio del numero dei docenti dal prossimo anno.
La realtà che proverò a dimostrare invece è che la scure che si abbatterà sugli organici sarà determinata dalla cancellazione delle compresenze nella scuola primaria. Ma innanzitutto occorre precisare cosa è e a cosa serve una compresenza (visto che un noto giornalista RAI presente tutte le sere fino a tarda notte ha rilevato l’inutilità di tale istituto in quanto esistono gli insegnanti di sostegno…..sic!).
Comunemente si definisce compresenza l’atto di essere presente con altri nella stessa classe, funzione svolta da due o più docenti soprattutto nella scuola elementare e media e, in misura limitata, negli altri ordini di scuola. La compresenza si concretizza in varie forme: sia con gli insegnanti impegnati insieme sulla classe, sia in azioni che coinvolgono piccoli gruppi di allievi.
Le pratiche più frequenti sono quelle miranti attraverso l’azione di più docenti che insieme ricercano e concorrono a sviluppare il processo di apprendimento attraverso la ricerca da parte degli alunni, attraverso la presenza contemporanea di due insegnanti si è riusciti, nelle migliori esperienze italiane, a svolgere quella ricerca-azione che ha reso possibile il superamento della didattica frontale, facilitando la comprensione del processo di formazione del pensiero, la formulazione e verifica di ipotesi, la sperimentazione in laboratorio delle idee che si sono elaborate precedentemente.
Senza la compresenza diventa impossibile consentire l’uso dei laboratori di informatica, spesso composti nelle scuole primarie da 6 – 7 computers e quindi praticabili solo previa suddivisione in due gruppi che si alternano grazie alla contemporaneità di presenza docente.
Ma senza compresenza diventa assai difficile poter effettuare visite guidate o viaggi di istruzione visto che la normativa attuale non consentirebbe la possibilità di superare il rapporto di un insegnante ogni 15 alunni.
Ma la compresenza risulta ancora il più formidabile strumento per aiutare i soggetti più deboli . Ascolto, attenzione, individualizzazione del percorso formativo sono rese possibili grazie alla compresenza. In assenza di questo apporto plurimo, difficilmente si trovano le energie per dare ascolto e voce a tutti gli alunni. Attraverso la compresenza è possibile svolgere le attività in piccolo gruppo, magari con l’intervento specifico dell’insegnante di sostegno, offrendo pari opportunità a tutti gli alunni in situazione di disagio.
Ma passiamo alle cifre. Provo a fare una proiezione per il mio Istituto per il prossimo anno tenendo conto della circolare che dovrebbe a breve essere pubblicata. Attualmente il nostro organico di scuola primaria è costituito da 39 docenti e il totale complessivo delle compresenze nelle 25 classi ammonta a 96 ore. Considerato che abbiamo 5 classi a tempo pieno e che, quindi dovrebbero riconfermare 10 ore in totale di compresenza, la differenza fa 86 ore. A questo punto basta dividere 86 per 22 (ore di servizio di un docente) il risultato fa 3,9.
La conclusione è che solo nel nostro Istituto, se tutti i genitori (come credo) opteranno per le 30 ore settimanali, in organico di diritto perderemo dai 3 ai 4 docenti e questo a prescindere da maestro unico o tempo pieno…. solo per il taglio delle compresenze!
Se poi il monte orario settimanale dovesse risultare in media di 27 ore per classe invece che 30, allora la contrazione sarebbe di altre 60 ore, che porterebbe ad un totale di almeno 6 maestri in meno solo nel nostro Istituto !
Non oso pensare poi alle difficoltà nel reperire docenti che siano abilitati all’insegnamento dell’inglese o a quanti dovranno completare il proprio orario negli altri plessi. O a cosa potrebbe scatenarsi nei rapporti tra insegnanti se nell’articolazione interna del tempo pieno ad un docente dovesse venire assegnata la titolarità di tutte le discipline e ad un altro la sola presenza nel tempo mensa o poco più.
Mala tempora currunt….
da orizzontescuola