Un presunto tentativo di ricatto ai danni di Cristiano Di Pietro, figlio dell’ex ministro Antonio Di Pietro, leader dell’Idv, è emerso nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti al comune di Napoli. La circostanza è riportata in una informativa della Dia trasmessa alla procura di Napoli e allegata agli atti dell’indagine. Il rapporto si basa sulle intercettazioni telefoniche sull’utenza di Mario Mautone,
provveditore alle opere pubbliche della Campania, attualmente agli arresti domiciliari.
Mautone, una volta ricevuta notizia del suo trasferimento – scrivono gli investigatori – «esterna tutta la sua amarezza per l’inaspettato provvedimento ai suoi amici più intimi e tutti sono concordi sulla linea da adottare: ricattare il figlio del Ministro». Tentativo – osserva la Dia – che risulterà vano nonostante l’intervento di alte cariche istituzionali scese in campo per verificare la possibilità di dare un interim a Mautone, e poi sostituirlo con persone da loro indicate per «dare continuità, Mautone sarà ugualmente trasferito».
In una telefonata la moglie di Mautone invita il marito «a ricordare come lui “si è messo a disposizione di quel cr.. di Di Pietro con il figlio” e si chiede come mai questo non sia servito a niente». In un’altra conversazione la donna si rivolge a Mautone dicendogli: «tu non ti devi muovere da Napoli. Il potere che tieni qua non lo puoi tenere a Roma!». Ancora la moglie invita il marito a «buttarla sul ricatto al figlio, che è l’unico sistema!». Poi l’amico Mauro Caiazza «suggerisce a Mautone che è fondamentale parlare con il figlio di Di Pietro e al riguardo Mautone» sostiene che lui «ha tutto sistemato in un certo modo che se non resta a Napoli salta tutto….e si frega prima di lui con tutti gli impegni che aveva preso!». Caiazza, da parte sua, «rappresenta che è importante “tenere il ministro sotto!”».
23 dicembre 2008