Graduatorie permanenti, incerto il destino di chi cambierà provincia
di A.G. La Tecnica della Scuola, 20.12.2008.
Per il Tar del Lazio è illegittima la decisione presa dal Ministero nel 2007 di collocare in coda alla nuova graduatoria chi cambia provincia: ribadito, invece, il diritto costituzionale alla mobilità senza penalizzazioni. Ma la sentenza arriva dopo la formulazione del bando di aggiornamento a Trento, dove invece è stata confermata la linea originaria del Miur. Altri ricorsi in vista, però i tempi sono stretti.
A poche settimane dal primo rinnovo biennale delle graduatorie ad esaurimento dei docenti, dove sono inseriti più di 30.0000 precari, rimane incerto il futuro di coloro che intendono cambiare provincia: in base al nuovo regolamento ministeriale, introdotto nel marzo del 2007 sotto la gestione del Ministro Fioroni, per gli insegnanti non di ruolo che a partire dal prossimo anno intendano trasferirsi da una provincia italiana ad un’altra sarebbe infatti prevista la collocazione in coda alla nuova graduatoria. Una penalizzazione escogitata da viale Trastevere per scoraggiare i troppi movimenti degli aspiranti ai posti vacanti.
La decisione non è mai stata accettata di buon grado dai diretti interessati, soprattutto i precari vincitori di concorso disposti ad allontanarsi da casa pur di garantirsi le supplenze di lunga durata e magari anche il ruolo. Anche alcuni sindacati non hanno considerato equa la decisione: ad iniziare da quelli che difendono i diritti dei neo-abilitati.
Ma anche dei dirigenti scolastici. Come l’Anp. Che ha affiancato l’Anief, Associazione Nazionale Insegnanti ed Educatori in Formazione, nella conduzione del ricorso contro la formulazione del regolamento delle nuove graduatorie che disponeva il trasferimento in fondo alla graduatoria per i docenti che avrebbero cambiato la provincia all’atto dell’aggiornamento. Ebbene, sulla specifica nota del decreto del 17 marzo 2007 nei giorni scorsi i giudici delle terza sezione bis del Tar del Lazio hanno accolto il ricorso che ne chiedeva l’annullamento: il Tribunale regionale ha in pratica ribadito il diritto costituzionale alla mobilità su tutto il territorio nazionale.
Dell’intricata questione si sono occupati anche i componenti della Commissione Cultura alla Camera, sollecitati da uno dei suoi componenti, Tonino Russo, vicesegretario regionale del Pd siciliano, che ha presentato un emendamento e un ordine del giorno. “Il provvedimento – dice lo stesso Russo – inserito nel decreto sulla scuola andava contro gli articoli 3, 51 e 97 della Costituzione: l’ennesima dimostrazione della superficialità e scarsa competenza con la quale il Governo si muove in materia di scuola. Avevamo anche denunciato – ha spiegato l’onorevole – i rischi che dinanzi un eventuale ricorso l’Amministrazione poteva soccombere. E così è stato. Adesso mi auguro che il Governo faccia il mea culpa e che ponga fine, facendosene una ragione, ad una vicenda che ha determinato tante ingiustizie quante incertezze sull’immediato futuro di molti docenti precari”.
L’onorevole Russo sarà accontentato: sembra che viale Trastevere sembra che non abbiano intenzione di impugnare la decisione presa dalla terza sezione bis del Tar Lazio. Ma la sentenza regionale non sembra aver messo la parola fine alla questione nuove graduatorie. Perché, a sorpresa, con cento giorni di anticipo rispetto ai tempi delle Regioni normali, la provincia autonoma di Trento ha pubblicato il nuovo bando di aggiornamento delle graduatorie anticipando anche la sentenza del Tar laziale. E Trento, in linea con quanto stabilito due anni fa, ha provveduto ad emanare un regolamento che prevede il trasferimento in coda per i docenti che provengono da altra provincia. Il rischio, ora, è che la provincia a statuto speciale mantenga in piedi la normativa iniziale, non tenendo conto delle indicazioni del Tar del Lazio, creando un ‘pericoloso’ precedente per i suoi contestatori.
Così per i giudici regionali si prevede nuovamente del lavoro su queste tematiche: il ricorso di Anief e Anp verrà fatto pure per queste graduatorie. “Stiamo provvedendo ad impugnare anche il bando di apertura delle graduatorie della provincia di Trento – conferma Marcello Pacifico, Presidente dell’Anief – in modo che i docenti vi si possano trasferire senza finire in coda: perché l’Italia, fino a prova contraria, è ancora una Repubblica ed anche perché la sentenza del Tar del Lazio ha ristabilito il diritto alla mobilità degli insegnanti precari in tutto il territorio nazionale negando ancora una volta la teoria della cristallizzazione delle graduatorie”. L’obiettivo, ovviamente, è la modifica in itinere del regolamento della provincia autonoma trentina. Ma i tempi, con il nuovo anno alle porte e la necessità di rivedere le posizioni in base ai servizi e ai titoli acquisiti negli ultimi due anni, sono davvero stretti.