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Berlusconi è il primo responsabile della crisi nel Paese” Veltroni ai Giovani Democratici: “No ai capibastone, siate liberi”

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“Di quello che è successo in Italia negli ultimi quindici anni il primo responsabile si chiama Silvio Berlusconi”. Walter Veltroni, intervenendo alla prima Assemblea nazionale dei Giovani Democratici, parla della delicata situazione che il PD si ritrova ad affrontare, ma non risparmia critiche a chi dimentica le responsabilità della destra nell’attuale situazione del Paese.

“Silvio Berlusconi ha governato per otto anni negli ultimi quindici e quando non ha governato è stato il capo dell’opposizione, ma fa finta di venire da un altro pianeta”. “E’ ora di smetterla – continua il segretario PD – con questo atteggiamento di indulgenza da parte di troppi osservatori”.

In effetti, è impossibile non rimanere perplessi di fronte alle maldestre manovre dell’esecutivo. Sulla crisi economica e finanziaria internazionale il governo italiano lavora solo con gli spot. “Solo il presidente del Consiglio può pensare – dice il leader del Pd alla platea dei giovani del suo partito – di risolvere i problemi con la pubblicità. Ma non serve dire alla gente ‘comprate’, le famiglie non hanno i soldi: non ce l’hanno quelle dei cassintegrati dell’auto, del tessile; non ce l’hanno le famiglie dei precari, che invece di vedere realizzato il sogno della loro vita lavorativa, la stabilizzazione, hanno visto arrivare il licenziamento”.

Insomma, per il leader democratico bisogna prendere atto prima di tutto del disastroso fallimento delle politiche economico sociali della destra, sia in ambito nazionale, sia a livello internazionale. La crisi finanziaria mondiale, sostiene il segretario PD, è un “fallimento della destra”, un prodotto del “capitalismo selvaggio”.

“La politica che si alimenta di paura – afferma – genera voti nel breve periodo, ma prima o poi bisogna dare delle risposte. E’ come con le carte di credito: prima o poi arriva il conto da pagare, e il conto sta arrivando per la destra”.
Alla radice del crollo finanziario, “di questo gigantesco domino”, per il leader del Pd c’è la “diseguaglianza sociale”, aumentata in modo drammatico “negli anni in cui la destra ha governato gli Stati Uniti”.

Secondo il leader democratico il problema dell’Italia è che non c’è mai stata una stagione intera di governo riformista. Veltroni ricorda la stagione dei quattro diversi governi del centrosinistra nella tredicesima legislatura, e la fine prematura della quindicesima del secondo governo Prodi: “Mai – afferma – il centrosinistra ha potuto dimostrare cos’è una innovazione riformista come quella di Zapatero o di Blair”.

La sfida del Partito Democratico è dunque quella di guardare al futuro e lavorare per una proposta seria, coraggiosa e credibile. Il Pd mette insieme “esperienze e culture diverse”, spiega Veltroni, e a questo “non c’è alternativa. L’unica alternativa è il ritorno al passato, a un partito del 16 per cento e uno dell8 o del 9 se va bene”.

Veltroni ha poi sollecitato i giovani democratici a “essere liberi”, perché “il correntismo è una malattia che deve essere combattuta. Per questo io vi chiedo di essere liberi, di ragionare con la propria testa e le proprie idee e di non avere forme di appartenenza se non quelle che ci siamo costruiti assieme”.

Le richieste di Veltroni ai giovani del PD sono le stesse che anche Fausto Raciti, primo segretario dell’organizzazione giovanile, ha espresso nel suo intervento davanti alla platea stracolma del teatro Capranica di Roma: libertà e autonomia intellettuale prima di tutto, ma anche determinazione per creare le condizioni necessari a fare in modo che le nuove generazioni possano entrare nel gruppo dirigente del partito. Non per cooptazione, ma grazie ad una limpida “battaglia delle idee”. “non siamo soldati agli ordini del proprio comandante – dice Raciti – ma guerrieri con delle idee da difendere”.

Idee che, per il segretario dei giovani democratici, devono attraversare il territorio. “Dobbiamo fare di più e meglio”, sottolinea Raciti, perché è da lì, dal territorio, che deve nascere il futuro del Partito Democratico. Bisogna “investire maggiormente in alcune aree del Nord”, afferma, e bisogna rivalutare il Sud, una risorsa straordinaria che negli ultimi anni ha riscoperto, in una forma sempre più massiccia, il fenomeno dell’emigrazione di molti giovani che nella loro terra non riescono più a costruire il proprio futuro.

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