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Visite fiscali: le scuole non hanno i soldi per pagarle. Interrogazione parlamentare al Senato

1999

17-12-2008 | Scuola Scuola  Ora alle scuole alcune ASL chiedono il pagamento delle visite fiscali. E con quali soldi? Un’interrogazione parlamentare lo chiede al Governo.

 

Pubblichiamo di seguito una interrogazione parlamentare con carattere di urgenza presentata al Senato da tre parlamentari del Partito Democratico a proposito del fenomeno, già da noi denunciato in una lettera inviata ai Ministri dell’Istruzione e della Funzione Pubblica chiedendo un incontro urgente, relativo alla richiesta del pagamento delle visite fiscali alle scuole da alcune ASL di alcune province italiane.

L’interrogazione si riferisce in modo particolare al caso della ASL di Milano che dal 13 novembre 2008 chiede ai Dirigenti Scolastici il pagamento degli accertamenti disposti dalle scuole e riporta la nota in merito dello stesso Ufficio Scolastico della Lombardia, il quale, prendendo posizione, mette sull’avviso le scuole e precisa che “In assenza di assegnazione di specifiche risorse a garanzia della copertura di questa tipologia di spesa, diventa dunque essenziale la valutazione sulla compatibilità degli oneri che le visite fiscali comportano, alla luce del risparmio che discenderebbe dalla riduzione del numero e della durata delle assenze del personale”. Il discorso dell’USR Lombardia, a dire il vero un po’ contorto, sembra dire “se non avete soldi per pagare la visita fiscale valutate bene se ne vale la pena”.

Rimane il fatto gravissimo che, gira gira, a dover pagare sono poi sempre le scuole.

Il Ministro Brunetta ha fatto la legge non pensando ai risvolti degli oneri finanziari, per cui oggi i Dirigenti Scolastici si trovano da un lato nell’obbligo di inviare le visite fiscali e dall’altro di non avere i soldi per pagarle.

L’interrogazione parlamentare mette in luce anche questa incongruenza e mette in luce la contraddittorietà della norma perché invece di realizzare risparmio per le casse dello stato sembra produrre, al contrario, solo oneri.

A nostro parere le scuole non sono in grado di pagare e “in assenza di assegnazione di specifiche risorse” (USR Lombardia) non possono sottrarre risorse al funzionamento amministrativo e didattico.

E’ urgente la risposta alla interrogazione parlamentare ma ancor di più è urgente una risposta alla nostra richiesta perché si dica chiaramente da parte dei Ministeri chiamati in causa (in modo particolare quello di cui è titolare il Ministro Brunetta) che le scuole debbono disporre le visite fiscali quando lo ritengono opportuno “tenuto conto delle esigenze funzionali ed organizzative” (art 71 comma 3 della legge 133/2008) e che esse in ogni caso – senza specifiche risorse – non sono tenute al pagamento delle stesse.

Di seguito il testo dell’interrogazione parlamentare.

Roma, 17 dicembre 2008
_____________________

INTERROGAZIONE
con carattere d’urgenza ai sensi dell’articolo 151 del Regolamento del Senato

Al Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione ed al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali

Premesso che:

tra i vari problemi causati al settore della scuola dall’applicazione del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133 (c.d. “manovra d’estate”), c’è indubbiamente quello relativo alle visite fiscali;

l’articolo 71 (Assenze per malattia e per permesso retribuito dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni) del decreto-legge prevede, al comma 3, che l’Amministrazione disponga
“il controllo in ordine alla sussistenza della malattia del dipendente anche nel caso di assenza di un solo giorno, tenuto conto delle esigenze funzionali e organizzative”;

con la circolare n. 7/2008, il Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione, Renato Brunetta, ha precisato che “La norma impone la richiesta della visita fiscale da parte delle amministrazioni anche nel caso in cui l’assenza sia limitata ad un solo giorno e, innovando rispetto alle attuali previsioni negoziali, stabilisce un regime orario più ampio per la reperibilità al fine di agevolare i controlli. La norma specifica che la richiesta per l’attivazione della visita fiscale dovrà essere presentata “tenuto conto delle esigenze funzionali ed organizzative”. Ciò significa che la richiesta di visita fiscale è sempre obbligatoria, anche nelle ipotesi di prognosi di un solo giorno, salvo particolari impedimenti del servizio del personale derivanti da un eccezionale carico di lavoro o urgenze della giornata.”;

successivamente l’ASL di Milano, ha precisato in una nota del 13 novembre che “dalla data del 17 novembre 2008 sono cambiate le modalità di richiesta delle visite fiscali”
e che queste, sulla base di una sentenza della Corte di Cassazione (n. 13992 del 28 maggio 2008), sono a carico dei datori di lavoro pubblici. Pertanto “l’ASL della provincia di Milano, per le visite fiscali chieste dai datori di lavoro pubblici, provvederà ad addebitare le medesime tariffe applicate ai datori di lavoro privati”;

ciò vuol dire, nel caso delle istituzioni scolastiche, che – essendo i dirigenti scolastici assimilati ai datori di lavoro – il pagamento delle visite fiscali è a carico delle scuole stesse che le richiedono.Si tratta, secondo le tabelle tariffarie dell’ASL, di 41,67 euro per visita nei giorni feriali (52,82 nei festivi) ai quali si aggiungono altri 6 euro se la visita avviene “nel perimetro urbano”, 10 se fuori città;

è evidente che queste disposizioni pongono seri problemi alle scuole. Basti pensare che quindici visite fiscali in un mese costano al minimo 625 euro che in dieci mesi diventano 6.250 (ma in realtà le assenze di un giorno sono molte di più, verificandosi più casi quotidianamente). Per le scuole non sono previsti reintegri o finanziamenti ad hoc per cui, per provvedere al pagamento le scuole devono ricorrere ad altri fondi;

si tratta di una situazione paradossale: siamo in presenza di un provvedimento che, almeno nelle intenzioni originarie, era destinato al risparmio ed alla riduzione della spesa pubblica, ma che finisce inevitabilmente per rappresentare un notevole aggravio per le scuole, di fatto aumentando la stessa spesa pubblica;

il controllo del fenomeno dell’assenteismo avrebbe potuto infatti essere effettuato in altro modo, direttamente dai dirigenti scolastici nei casi opportuni e non indistintamente in maniera obbligatoria persino per le assenze (saltuarie) di una sola giornata;

occorre inoltre sottolineare il fatto che i capi d’istituto non hanno la certezza della copertura finanziaria degli oneri derivanti dall’effettuazione di visite fiscali, non disponendo di specifiche risorse economiche;

premesso inoltre che:

il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, con una circolare del 9 dicembre 2008, indirizzata ai dirigenti delle istituzioni scolastiche e degli Uffici scolastici provinciali della Lombardia, ha precisato che “In assenza di assegnazione di specifiche risorse a garanzia della copertura di questa tipologia di spesa, diventa dunque essenziale la valutazione sulla compatibilità degli oneri che le visite fiscali comportano, alla luce del risparmio che discenderebbe dalla riduzione del numero e della durata delle assenze del personale”, come a dire che sono tenute a pagare solo le scuole “solventi”;

si chiede di sapere:

quali iniziative urgenti il Governo intenda adottare al fine di creare un clima di chiarezza nel pubblico impiego;

come sia possibile prevedere norme che stabiliscano, a carico delle scuole, nuovi doveri di carattere oneroso, senza tener conto previamente della reale capacità degli istituiti scolastici di far fronte ad essi, salvo poi successivamente riconoscere, a posteriori, con una circolare la “cogenza” delle suddette disposizioni solo per le scuole che hanno le risorse finanziarie sufficienti;

se non ritenga opportuno evitare di penalizzare ulteriormente le scuole, già duramente colpite dalle misure contenute dall’articolo 64 del decreto-legge n. 112 del 2008 e dal Piano programmatico di interventi volti alla razionalizzazione dell’utilizzo delle risorse umane e strumentali del sistema scolastico.

ADAMO, GARAVAGLIA, RUSCONI

 

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