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Ma cca nisciuno è… Fas

1984

Il governo sta trasferendo considerevoli somme destinate alla Sicilia, utilizzandole per interventi straordinari al Centro Nord, compresi gli ammortizzatori sociali in questo momento di grave crisi. E le infrastrutture per il Sud rischiano di saltare abbandonando le aree più povere al loro destino per salvare la locomotiva del sistema-Italia

 

Era considerata l’assicurazione sulla sopravvivenza, da cui sarebbe dovuto ripartire, con massicce dosi di ossigeno e quattrini, il rilancio del Sud, Sicilia compresa. La parola magica è Fas, fondi per le aree sottoutilizzate, una dotazione straordinaria e, ormai, anche unica: 60 miliardi sino al fatidico 2013, anno in cui in Europa ognuno camminerà con le proprie gambe e chi arrancherà ancora sarà più che altro pronto a sprofondare dentro una profonda fossa, di prospettive e di indifferenza generale.

Gli ultimi governi che si sono succeduti, il lungo Berlusconi, il breve Prodi e il nuovo Berlusconi hanno usato l’appeal dei Fas per convincere gli elettori che con quei soldi, provenienti dall’Europa e destinati in ogni caso alle aree disagiate del paese, si sarebbe avviato il riscatto del Mezzogiorno. Ma non sta andando così, non stava funzionando prima, non sta funzionando, men che meno, ora con la crisi economica devastante che si sta mangiando il mondo e l’Italia.

Già un quinto di quei Fas che sarebbero dovuti servire a infrastrutture, a piani sull’energia, a ricerca e formazione sono stati deviati dal ministro Tremonti altrove. Dappertutto, ma non in Sicilia. Sono serviti per sanare buchi di bilancio (500 ml Roma e i famosi 140 di Catania che non finiranno mai, per questo, di rinfacciarci), 500 circa per eliminare l’Ici, altri 450 per l’emergenza rifiuti a Napoli e Palermo, 900 sono stati destinati alla revisione dei prezzi sugli appalti,  altri 100 ancora per creare borse di studio per gli universitari e tacitare un po’ la voce grossa del mondo della scuola e degli Atenei.

Ma nei rivoli degli interventi si sta disperdendo davvero tanto di quel denaro che non si sa come, se e quando si potrà recuperare. Fatte le somme (fonte Commissione Bilancio del Senato) la situazione è questa: Nel 2009 si volatilizzeranno 3826 milioni, 2270 nel 2010 e 3963 nel 2011. Totale 12519, in estrema sintesi, appunto, 1/5 della dotazione globale. Lo denunciano in maniera netta e bipartisan anche il senatore del Pd Enzo Bianco e il presidente della Provincia di Catania, Giuseppe Castiglione. Qua non è questione di partiti, ma di linee politiche. Si sta cercando di salvare il Nord, la locomotiva del paese, e pazienza se qualche vagone si perderà lungo i binari morti.

Ma c’è di più. C’è che il governo intende utilizzare i Fas anche come ammortizzatori sociali al Nord, travolto in questa fase più del depresso Sud dalla crisi economica. Quindi quattrini per sostenere senza traumi l’espulsione dal mondo del lavoro, la cassa integrazione, tutti i provvedimenti necessari per non far saltare la cassa. E, allo stesso tempo, i fondi ordinari destinati alle infrastrutture verranno utilizzati tutti al Centro Nord: nel nuovo documento di programmazione economica, infatti, ci sono soltanto due grandi opere per il Sud, la Salerno Reggio Calabria e il Ponte, ancora da progettare, riprogettare, rivedere e correggere, insomma un’opera sospesa nel vuoto.

Tutto il resto servirà alle opere del Centro Nord. Situazione di emergenza massima, perchè questo non è scippo, ma rapina scientifica con l’obiettivo di salvare il paese che va e zavorrare al suo destino il profondo Sud. E alzare soltanto la voce, forse, stavolta non basterà. 

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