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Ora le ASL chiedono alle scuole il pagamento delle visite fiscali: una lettera della FLC Cgil

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Scuola  La FLC Cgil, visto che le ASL richiedono il pagamento delle visite fiscali, chiede un incontro urgente al MIUR e al Ministero della Funzione Pubblica

 

Un altro onere finanziario di cui non si sentiva certo il bisogno si sta abbattendo sulle scuole, quello del pagamento delle visite fiscali. Alcune Regioni, infatti, hanno dato disposizioni in tal senso.
Come FLC Cgil abbiamo inviato una lettera al MIUR e al Ministero della Funzione Pubblica per un incontro urgente che affronti la materia.

La cosa è particolarmente seria, soprattutto da quando la campagna di colpevolizzazione dei dipendenti pubblici avviata dal Ministro della Funzione pubblica impone l’accertamento fiscale anche per le assenze per malattia di un solo giorno.

Ora, che la scuola sia il settore pubblico dove è più bassa di ogni altro settore l’assenza dal lavoro, certo non interessa i crociati della lotta alle assenze (le assenze degli altri, come ci dicono alcune inchieste giornalistiche). Cosi come non interessano ai crociati suddetti che vengano colpite le donne in maternità e i malati gravi, per la qual cosa la FLC Cgil e la FP Cgil hanno promosso una campagna di raccolta di firme.

In ogni caso, il numero delle visite fiscali è destinato ad aumentare e con quali ricadute sui bilanci della scuola già falcidiati dagli interventi governativi è facile immaginare.

Già abbiamo dato conto delle proteste e delle proposte che stiamo avanzando al MIUR affinché si faccia carico delle ristrettezze in cui vengono lasciate le scuole (supplenze non coperte, oneri per le mense, oneri per la terza area professionale, oneri per gli LSU ecc.).

Si comprende come gli enti locali, deprivati di risorse (vedi la sottrazione dei fondi ICI) cerchino di rivalersi su ogni capitolo di spesa, ma, come al solito, quando ci sono di mezzo le scuole, sono esse ad essere alla fine colpite.
Non ci stiamo. Perché l’autonomia non si fa senza risorse e non può essere concepita come “un arrangiatevi”.
Da qui la lettera ai Ministeri competenti.

Roma, 24 novembre 2008
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