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L’Omino di Burro

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Fine Ottobre 2008. Il Burattinaio Berlusconi si è bloccato e di colpo si sono fermati anche i fili che animavano la Gelmini. La ministra di cartapesta ora attende afflosciata in un angolo.
Il pubblico pagante sta fischiando. Gli spettatori – si sa – sono volubili: fino a ieri hanno applaudito i monologhi più o meno convincenti, le barzellette di dubbio gusto, i giochi di prestigio, le pernacchie per gli sfigati, le bastonate per i brutti e cattivi; oggi invece non hanno gradito l’elogio del Paese dei Balocchi a scapito della scuola; non è piaciuta loro la denigrazione delle maestre che tutti percepiscono un po’ come delle mamme; e si sono ricordati della dolce Fatina dai Capelli Azzurri e dell’untuoso Omino di Burro con le sue viscide lusinghe che nascondono intenzioni subdole e interessi abietti.
Qualcuno ha gridato: “Basta!”, e il Burattinaio, abituato agli applausi e all’approvazione di sostenitori e cortigiani, ha avuto un sussulto e si è bloccato, incredulo e perplesso.
Non illudiamoci: si riprenderà presto, ricomincerà col suo collaudato repertorio di giochetti per distrarre l’attenzione, di sorrisi ammiccanti, di battute da reclamista, di gag e freddure da imbonitore; e quando saremo distratti – carta vince, carta perde – cercherà di fregarci di nuovo.
Ora però qualcosa è cambiato: si è scoperto troppo il prestigiatore da strapazzo; e noi abbiamo smascherato i suoi trucchi, abbiamo identificato il suo punto debole, abbiamo visto che se non ha la nostra approvazione si sgonfia, che quando gli applausi si trasformano in fischi si fa prendere dal panico.
Il re è nudo. Se fischiamo tutti insieme e con tutto il fiato interrompendo le sue pagliacciate si stuferà: prima o poi smonterà baracca e burattini e se ne andrà a quel paese.

Omero Sala – Brescia

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