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Lettera aperta al Ministro Brunetta

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Signor Ministro,

questa è la seconda lettera che le scrivo nel giro di poche settimane; evidentemente lei non legge la posta, immagino perché voglia dedicare tutto il suo tempo a mansioni ben più importanti.
Ma come si fa a non reagire di fronte alle sue scellerate dichiarazioni, che produce a getto continuo da ogni tribuna?
Ultimamente ha detto che gli insegnanti italiani percepiscono uno stipendio troppo alto rispetto al loro orario di lavoro che si configura come un part-time e ieri ha avuto la spudoratezza di dire che i fannulloni stanno soprattutto a sinistra.
Ora si dà il caso che io sia insegnante e pure di sinistra, per cui mi sento tirato direttamente in ballo e allora voglio fornirle – se avrà la compiacenza di leggerle – alcune informazioni di carattere personale.

Questo è il mio quarantesimo anno di servizio, esercitato tutto quanto nelle funzioni di maestro, nei primi anni unico, e poi sempre in un team docente.
Se vuole controllare il mio stato di servizio, potrà trovare che le uniche volte che mi sono assentato per un periodo più lungo di una settimana sono state due, entrambe per interventi chirurgici e conseguente ricovero ospedaliero; le altre assenze (rare) di 3/4 giorni sono state sempre dovute a malattie di stagione.
Naturalmente ringrazio Dio per la salute che mi ha dato e spero di concludere la carriera allo stesso modo.
Come tanti (tutti) i miei colleghi insegnanti il mio lavoro non si è però esaurito nello svolgimento del servizio dovuto (le 24 ore settimanali), è proseguito a casa per tutte le incombenze che a tale servizio sono connesse : preparazione delle lezioni, correzione dei compiti, stesura di una serie infinita di documenti (programmazioni, Progetti, orari, Schede didattiche, …), per un impegno orario difficilmente quantificabile, ma molto vicino al servizio dovuto.
In più (questa è una mia personale debolezza) essendo diventato pian piano una specie di specialista nel campo dell’educazione all’immagine, sono riuscito a produrre con gli alunni che negli anni mi sono stati affidati oltre cento audiovisivi (diatape, animazioni, video) che necessitano per la loro peculiarità di molto lavoro extrascolastico. Tutto questo naturalmente senza percepire una lira (un euro).
Devo aggiungere che in tutti questi anni le famose vacanze che scandalizzano tanti le ho trascorse senza che passasse quasi mai un giorno che non mi occupassi di scuola; da quando esiste la rete, si può reperire una documentazione che dimostra la presenza di miei documenti datati il giorno di natale o quello di pasqua o di ferragosto, a dimostrazione del mio maniacale pensiero sulla scuola.

Ma non è la sua offesa di fannullone che mi dà più fastidio : la considero piuttosto ignoranza da parte sua.
È invece il fannullonismo attribuito alla sinistra che non riesco a sopportare.
Per di più da uno che si definisce socialista e che pare pure andarne fiero.
Dovrebbe sapere chi era Stakanov e quale ne sia il simbolo e da quale parte politica provenga.
Ora è vero che i socialisti del recente passato si facevano più nemici a sinistra che a destra, esattamente come oggi, visto che lei si sente a casa in un governo di destra.
Ma perché le parole possano conservare almeno il loro senso storico, è la cultura della sinistra quella che ha sempre esaltato il lavoro, tanto da farne il fondamento della nostra Costituzione.
Non le pare azzardato, signor Ministro, dire che la sinistra sia diventata ricettacolo di tutti i fannulloni nazionali?
Siccome poi lei aggiunge all’accusa che le reazioni alle sue dichiarazioni sono dovute ai santuari del potere che lei avrebbe infastidito con la sua campagna, io mi sento toccato ancora più sul vivo.
Di quali santuari del potere parla infatti lei?
Non certo di quello dei padroni italiani (Confindustria) con cui va d’amore e d’accordo; non certo il Governo di cui è illustre membro; non certo del Parlamento in cui ha una maggioranza indiscussa; non certo della Chiesa che la segue consenziente; non certo di CISL e UIL con cui ha appena firmato intese in cene private.
L’unico santuario non può essere altro che la CGIL e, guarda un po’, io sono pure un iscritto CGIL e pure Rappresentante Sindacale Unitario.
Lei, signor ministro, deve avercela proprio con me!
Da un lato mi lusinga che fra tanti milioni di italiani io sia diventato suo bersaglio prescelto, ma non ne godo certo, anzi mi sento particolarmente offeso e indignato.
Tanto più che non mi sono mai sentito un santuario e neppure di avere un qualche potere (figuriamoci!); come dovrebbe aver capito, sono solo un umile maestro che, assieme a tante e tanti altri, cerca con tutte le sue forze di opporsi a questa ondata di discredito, di offese, di contumelie che i veri santuari e poteri forti, a cominciare da quello da lei incarnato in questo momento, ci viene gettata addosso con la noncuranza delle marieantoniette e la ferocia dei lanzichenecchi.

Se ha capito qualcosa di questa lettera e se conserva un qualche ricordo di cosa sia (stata) la sinistra, si fermi finché è in tempo : il futuro non farà sconti.

Vittorio Delmoro – 21-11-2008

da fuoriregistro

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