fbpx

Visite fiscali ai prof, scuole in rivolta

1945

La legge anti-fannulloni e l’Asl: spese a carico del datore di lavoro. I presidi: non abbiamo fondi

Quindici visite al mese, 625 euro. Appello a direttore scolastico regionale e provveditore: «Subito un chiarimento»
L’insegnante è malato? Il preside deve inviare il medico fiscale per evitare che faccia il furbo. Lo dice il ministro Brunetta, le scuole si sono adeguate. Ma c’è una novità. Con una nota del 13 novembre, l’Asl di Milano fa sapere che «la visita è a carico del datore di lavoro», anche 60 euro per ogni influenza da certificare.

Ed è così che lo stupore dei dirigenti scolastici diventa angoscia: «Non abbiamo il fondi necessari, in questo modo riusciremo ad arrivare a stento al mese di aprile, poi sarà bancarotta». Panico. Tanto che è già partita una lettera al direttore scolastico regionale e al provveditore: «Serve subito un chiarimento».
Presidi-manager, quando gestire una scuola diventa sempre più questione di bilanci. Ci sono da organizzare i corsi di recupero («Ma ci giungono voci che anche su quelli dovremo fare economia», dice Sebastiana Spoliti, a capo dello scientifico Einstein), bisogna trovare i fondi per le supplenze e la manutenzione ordinaria. «E ora — grido disperato — anche le visite fiscali».
Obbligo di legge. Fin dal primo giorno di malattia il dirigente è tenuto a inviare un medico fiscale, questo dicono le regole anti-fannulloni stabilite a giugno dal ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta. «Che però non parlano di oneri per le scuole», precisano i presidi. Ed è a questo punto che si inserisce la nota della Asl. Facendo riferimento a una sentenza della Cassazione (maggio 2008), il direttore socio sanitario del distretto 1, Pamela Moser, scrive: «Le visite sono a titolo oneroso». Tariffario: per il controllo domiciliare in giorno feriale la scuola dovrà corrispondere 41, 67 euro. Nei festivi si sale a 52,82. Altri 6 euro se la visita avviene «nel perimetro urbano», 10 se fuori città ma entro 20 chilometri, più carburante, più altri 5 per i percorsi più lunghi. «Dove troviamo i quattrini? ». A chiederselo è Giovanni Gaglio, a capo dell’istituto Agnesi (per ora la nota è arrivata solo alle superiori). «Come al solito i costi delle tanto glorificate riforme, pur sempre utili, vengono riversati sulle scuole». Rincara la dose Roberto Proietto, preside dello scientifico Bottoni: «È paradossale: un’operazione nata per il risparmio si traduce in un aggravio notevole per le scuole in cui, tra l’altro, il fenomeno dell’assenteismo è marginale. Non abbiamo i soldi per le supplenze, figuriamoci per le visite».
I conti si fanno presto: «Quindici visite fiscali in un mese costano al minimo 625 euro che in dieci mesi diventano 6.250», precisa Aldo Acquati, dirigente dell’Istituto comprensivo di via Frigia. Acquati è anche il presidente dell’Asam, l’associazione delle scuole autonome della Provincia di Milano (180 iscritti), che ieri ha inviato una lettera al direttore scolastico lombardo, Annamaria Dominici, e al provveditore, Antonio Lupacchino: «Questo nuovo carico non è sostenibile, se non a scapito delle altre attività. Aggiungere altre spese senza garantirne la copertura equivale a buttare sul lastrico le nostre scuole. Confidiamo in un intervento chiarificatore, prima che si accenda un insostenibile contenzioso fra tutte le scuole autonome e le aziende sanitarie».

Nota: Corriere 15/11/2008

In questo articolo