ROMA – Sono stati 20 giorni faticosi per Mariastella Gelmini per le proteste e le forti polemiche sulle sue riforme di scuola e università. Ma anche con una legge portata a casa nonostante tutto, e un nuovo corso per ridare efficienza agli atenei, grazie ad un decreto tecnico per le urgenze a ad un ddl da portare avanti con il dialogo. E se le piazze sono ancora “calde” della protesta di ieri degli studenti, prova generale dello sciopero generale dei sindacati di università e ricerca del 14 novembre, oggi il ministro è stata al centro di una nuova polemica, per un incontro di Confindustria a Sanremo. Riunione già prevista a porte chiuse, hanno spiegato gli organizzatori, ma con i giornalisti, speranzosi di un suo intervento pubblico fuori Roma dopo giorni di assenza, che sono stati “allontanati” dalle forze dell’ordine. Con tanto di protesta di Fnsi, Associazione ligure della stampa e opposizione. Ma con pronta replica di Confindustria che ha spiegato come il ministro non sia stato responsabile della “chiusura delle porte” del convegno dell’Hotel Royal, “riservatezza” che è stata applicata in tutti e due o giorni di lavoro dei direttori dell’organismo imprenditoriale. Chiamata fuori per Gelmini anche da fonti di Viale Trastevere: il ministro era soltanto ospite e non mai chiesto di allontanare i giornalisti. Ma la Federazione Nazionale della Stampa ha giudicato “inaccettabile” l’episodio: “Chiediamo fermamente al governo di abbandonare questo atteggiamento di fastidio. Lasciateci lavorare. Se oggi il ministro Gelmini avesse rispettato i giornalisti – ha spiegato la Fnsi – si sarebbe risparmiata una lezione scadente e una brutta notizia che comunque dobbiamo raccontare”. Mentre il senatore del Pd Roberto Di Giovan Paolo si è chiesto “perché il ministro dell’Istruzione ha paura dei giornalisti?”.
In realtà, il ministro Gelmini ha tenuto negli ultimi 20 giorni due conferenze stampa a Palazzo Chigi, il 22 ottobre e due giorni fa, e ha parlato al Senato; oltre agli interventi su agenzie, tv, quotidiani e periodici. Ma è dal 20 ottobre che non partecipa ad un evento pubblico non istituzionale. Il giorno prima aveva ricevuto gli applausi degli studenti padani, ma il 20 al suo arrivo ad un convegno al teatro Monza era stata contestata in piazza da alcune centinaia di persone. Eppure il 15 ottobre aveva inaugurato l’anno accademico al Campus Biomedico di Roma senza alcun problema. Inoltre, il ministro a Viale Trastevere ha visto a più riprese le associazioni degli studenti e dei genitori. Ma il diradarsi di presenze ad eventi (era attesa da atenei da Nord a Sud) è stato sicuramente per seguire i consigli di chi, per motivi di sicurezza, le ha chiesto di non partecipare a incontri pubblici che potevano causare disordini. Il primo segnale, in tal senso, era venuto in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico dell’università Lateranense il 29 ottobre, quando lo stesso ateneo vaticano spiegò che il ministro non sarebbe andato proprio per motivi di sicurezza. Ma proprio quel giorno il Senato aveva convertito in legge definitivamente il decreto sul maestro unico e l’indomani Roma sarebbe stata al centro dello sciopero generale dei sindacati della scuola.