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Gelmini allergica alle domande. A Sanremo caccia i giornalisti

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Allergica ai giornalisti. Mariastella Gelmini da settimane rifugge ogni contatto con microfoni e taccuini. La sua riforma non piace praticamente a nessuno e lei si è stancata di ripetere che «non capisce» le proteste. Così, ha scelto la strada del silenzio. E nonostante il suo nome e la sua immagine campeggino ogni giorno sugli striscioni degli studenti in lotta, lei – quella vera – è sparita dalla scena. E se sono i giornalisti ad andarla a cercare, fa di tutto per allontanarli. È successo sabato a Sanremo, ad un seminario organizzato da Confindustria a cui il ministro era stato invitato. Saputo dell’ospite d’eccezione, fuori dall’Hotel Royal della cittadina ligure si era assiepata una folla di cronisti, vogliosi di sentirle dire la sua. Ma non li hanno fatti entrare.

L’Associazione Ligure dei giornalisti ha immediatamente mostrato il suo disappunto. Il segretario Marcello Zinola sostiene infatti che «il ministro Gelmini nella sua vocazione riformatrice e votata al taglio del superfluo (superfluo secondo il suo personale metro di giudizio) ha deciso oggi a Sanremo di riformare dopo la scuola anche l’informazione, con la procedura del taglio dei giornalisti presenti. Come lezione non c’è male, diremmo magistrale. Nemmeno tanto originale considerati i tempi, gli episodi che si verificano, comunque in linea con l’arroganza del potere e il timore di dovere rispondere a qualche domanda impertinente».

Immediata la replica del ministero che ci tiene a far sapere che l’’organizzazione del seminario di Sanremo era completamente affidata allo staff della stessa Confindustria. Quindi lei non c’entra niente. Gli industriali le fanno da scudo: confermano che la decisione è stata una loro autonoma scelta, e già che ci sono elogiano l’operato del ministro più discusso d’Italia esortandola a «continuare la riforma». La versione dei giornalisti è un’altra: il ministro avrebbe espressamente chiesto l’allontanamento di tutti i giornalisti dall’albergo, come confermato anche dall’inviato de Il Sole 24 Ore.

Per questo la Fnsi ha voluto lanciare il suo appello: «Si moltiplicano ad un ritmo allarmante i segnali di insofferenza del governo nei confronti del lavoro dei giornalisti – si legge nella nota diffusa dalla Federazione Nazionale della Stampa – Ieri era stato il Presidente del Consiglio che a Bruxelles aveva insolentito un cronista americano, colpevole di aver parlato del commento di Berlusconi sul neopresidente statunitense. Oggi è stato il Ministro della Pubblica Istruzione, Maria Stella Gelmini, che partecipando ad un seminario di Confindustria in Liguria ha preteso ed ottenuto che i giornalisti venissero allontanati dal luogo dell’incontro. Ciò – prosegue il sindacato – è semplicemente inaccettabile. Chi accetta responsabilità istituzionali e politiche ha il dovere di sottoporsi alla conoscenza e alla valutazione dei suoi atti da parte della pubblica opinione; e ciò avviene, piaccia o non piaccia, per mezzo della testimonianza dei giornalisti che osservano, fanno domande e danno conto delle risposte. È troppo comodo pretendere che la comunicazione politica abbia solo le forme compiacenti della “ospitata” nei programmi di intrattenimento o della dichiarazione-spot nei tg, dove ciascuno recita la sua battuta anziché rispondere a una domanda. Fare domande e riportare i fatti – aggiungono – non ha nulla di “ansiogeno”, come invece afferma l’on. Berlusconi: è niente più che l’essenza del diritto-dovere di informare». La Fnsi chiede quindi «fermamente al governo di abbandonare questo atteggiamento di fastidio. Lasciateci lavorare. Se oggi il Ministro Gelmini avesse rispettato i giornalisti – concludono – si sarebbe risparmiata una lezione scadente e una brutta notizia che comunque dobbiamo raccontare».

 

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