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Governo abbandona idea decreto, ma Berlusconi non tenderà la mano all’opposizione

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 Il Messaggero.it:

ROMA (4 novembre) – Malgrado la pausa di riflessione che la maggioranza si è imposta negli ultimi giorni, sarà difficile non mettere mano in tempi brevi ad una riforma delle università. Lo richiede l’iter ”meditato” scelto dalla maggioranza che ha deciso di abbandonare l’idea del decreto-legge. Lo impone la legge Finanziaria triennale che anche ieri da Bruxelles il ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha difeso a voce alta affinchè il messaggio arrivasse sino a Roma. E’ del tutto evidente che il ministro dell’Istruzione Gelmini vuole evitare di arrivare al prossimo anno scolastico ed accademico nelle condizioni attuali. Non è comunque facile costruire una riforma partendo dal budget e da tagli che secondo alcuni potrebbero essere di difficile gestione anche dopo l’eventuale eliminazione degli sprechi.

Sinora, tutte le simulazioni fatte al ministero di viale Trastevere, cozzano con le previsioni messe nero su bianco nella Finanziaria. Anche la bozza di decreto preparata dai tecnici del ministero e poi accantonata in favore di un ddl, sfora rispetto alle ”quantità” messe a disposizione da via XX Settembre. L’applauso che è stato tributato alla Gelmini durante l’ultimo consiglio dei ministri, non sembra essere riuscito a risollevare il morale del titolare dell’Istruzione che anche ieri ha evitato di esporsi in pubblico e che da settimane chiede al presidente del Consiglio di intervenire in modo da rendere meno drastici i tagli ed evitare che anche le Regioni si sollevino, visto che per legge entro il 30 di questo mese devono ciscuna stilare un piano di razionalizzazione della rete scolastica. Ovvero pianificare accorpamenti e chiusure di scuole.

Non c’è dubbio che la strada del disegno di legge, rispetto a quella del decreto, permetterà alla Gelmini di condividere le scelte dolorose che comunque dovranno essere fatte, con la maggioranza e, forse, anche con pezzi di opposizione.

Con il passare dei giorni emerge comunque una questione tutta politica che vede al Nord la ”ministra” in aperta contrapposizione con la Lega, ovvero con coloro che più di tutti hanno sinora difeso la linea dimagrante del ministro Tremonti. I tagli orizzontali decisi con il decreto-Gelmini, penalizzano infatti maggiormente l’efficienza delle scuole e delle università del Nord, ed è quindi normale che ieri sia intervenuto il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni. Il titolare dell’Istruzione, che per anni ha guidato Forza Italia in Lombardia, rischia quindi di essere assediata sul territorio dalla sua stessa parte politica e ciò non farò che aumentare la tensione dentro il governo che in questi giorni è alla prese con l’allarme per rapido deteriorarsi del quadro economico complessivo e con il rischio che la protesta esca dalle scuole e dalle università e arrivi a coinvolgere altre categorie penalizzate dai venti di recessione.

E’ comunque poco probabile che Berlusconi dia seguito alla politica della mano tesa all’opposizione che alcuni autorevoli esponenti della maggioranza hanno avviato nelle ultime ore. Non è la volontà di dialogo che difetta al presidente del Consiglio, quanto il timore che dietro di essa si celi in prospettiva un’altra stagione politica.

 

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