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Atenei, al Pd non basta la frenata “Dialogo solo con il ritiro dei tagli”

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I sindacati presentano una loro piattaforma: “Senza marcia indietro protesta continua”Veltroni risponde all’aperture di Calderoli dettando le condizioni per il confronto
Dopo la rinuncia al decreto, Gasparri conferma il ripensamento del governo

ROMA – “Vedo che il governo manifesta sull’università una preoccupazione e una attenzione nuove rispetto a quanto ha mostrato sinora. Ne prendiamo atto. Ma, se il governo è interessato ad aprire su questi temi un confronto in Parlamento questo sarà possibile solo a condizione che vengano sospesi e resi inefficaci i provvedimenti contenuti nella manovra finanziaria che impediscono, con tagli indiscriminati a scuola e università, ogni intervento necessario per il rilancio del nostro sistema formativo ed educativo”.

Lo afferma in una nota il segretario del Pd, Walter Veltroni, rispondendo anche all’intervista di Roberto Calderoli a Repubblica. Il ministro invitava in particolare il governo ad aprire un confronto con il leader dell’opposizione sul tema della riforma universitaria. Invito lanciato in contemporanea con le indiscrezioni sull’intenzione di Palazzo Chigi di congelare momentaneamente le misure sugli atenei, optando per lo strumento del disegno di legge piuttosto che a un decreto.

“Crediamo – è la replica di Veltroni – che la scuola e l’università abbiano bisogno di un intervento serio di rinnovamento e di riforma, su questa strada si può avviare in Parlamento un confronto reale che coinvolga il mondo della scuola ma, ripeto, dopo aver preliminarmente sospeso gli effetti perversi innescati dai tagli”.


Posizione simile a quella espressa dai sindacati confederali di ricerca e università. Se il governo non dovesse bloccare i provvedimenti relativi ai tagli ed al blocco del turn over universitario, hanno messo in chiaro presentando una contro piattaforma, la protesta in atto in questi giorni continuerà ad oltranza. “Se il governo non ci sentirà – ha detto Alberto Civica, della Uilpa-Ur Afam – moltissimi precari e ricercatori verranno licenziati: per cui la forma di attuale protesta rimarrà. E lo stesso accadrà per l’università, dove senza soldi e senza turn over la spinta della contestazione andrà avanti ad oltranza”.

Che nel centrodestra, dopo il dilagare delle proteste, sia in atto un certo ripensamento, lo confermano anche le parole del capogruppo dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri, anche se resta da vedere se si tratta di una vera inversione di marcia o di una semplice mossa tattica. “Nel 2009 – sostiene l’ex ministro – l’università ha mezzi adeguati. Per il 2010 bisogna razionalizzare le risorse tagliando gli sprechi, ma evitando soluzioni affrettate”. “Siamo disposti – aggiunge Gasparri – a confrontarci con gli studenti e con i docenti che non vogliono difendere i privilegi dei baroni, ragionando ma sulla base della verità”. “Il ministro Gelmini – haaggiunto il vicecapogruppo del Pdl alla Camera, Italo Bocchino – presenterà le linee guida della riforma dell’università che sarà discussa preventivamente con tutte le parti interessate e solo dopò saranno oggetto di uno o più disegni di legge”.
(3 novembre 2008)

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