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E la protesta continua: Il decreto Gelmini è legge, gli studenti organizzano altre occupazioni

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E adesso? Ora che il decreto 137 è diventato legge, e che nelle scuole torneranno i maestri unici e il voto in condotta a far media con le altre materie, che cosa faranno gli studenti scesi in piazza a protestare? Continueranno a protestare è la risposta se lo si chiede ai diretti interessati.
Già da domani gli studenti di Azione Studentesca (vicini ad An) ricominceranno con le agitazioni, proveranno ad occupare l’istituto tecnico Botticelli a Roma.

A dicembre organizzeranno un’autogestione al Carlo Urbani di Ostia. «Si va avanti», conferma Stefano Scialanga, dirigente provinciale di Azione Studentesca. Si prosegue secondo lo schema utilizzato in queste ultime settimane dal movimento: occupazioni brevi e mirate negli istituti superiori si spiega il decreto, si fa informazione si tira avanti per un po’ e poi si passa ad un’altra scuola.

Ma ha senso protestare contro qualcosa che ormai è legge? E lo sanno che ora rischiano di diventare invisibili? «E’ chiaro che la protesta studentesca va scemando – risponde Stefano – Però è necessario andare ancora avanti nell’operazione anti-menzogna e informare, poi gli studenti decideranno». Quello che Azione Studentesca andrà a dire da domani nelle scuole agli studenti delle superiori che torneranno in classe è che sono stati strumentalizzati. «Sono scesi in piazza per gli interessi dei docenti. Aveva senso una mobilitazione del genere per il grembiule o per il maestro unico? Che c’entrano quelli delle superiori? E perché allora non scendere in piazza quando il ministro Fioroni diede un aumento di fondi alle scuole private?»

Gli studenti vicini ad An di Azione Studentesca insomma non si fermano qui, allo sciopero di giovedì. Continueranno ad organizzare occupazioni, forti del fatto che il sindaco Alemanno ha garantito che è un diritto degli studenti protestare e che non ci saranno conseguenze legali. E se anche ce ne fossero Lotta Studentesca, il movimento giovanile di Forza Nuova, ha annunciato un servizio di difesa legale gratuito. «Anche se rispetto all’ultimo periodo si allenterà la tensione, gli studenti non rinunceranno a iniziative mirate», spiega Andrea Moi, presidente della Consulta provinciale degli Studenti di Roma.

Né si fermeranno i giovani della Rete degli studenti. «Ci saranno ancora occupazioni per tenere alta l’attenzione soprattutto in zone perfieriche dove non si è ancora fatto», promette Luca De Zolt, il leader della Rete. Non bisogna dimenticare nemmeno che il 17 novembre è la giornata nazionale della mobilitazione degli studenti e che proprio quel giorno si terrrà la prossima udienza del processo per direttissima delle persone fermate negli scontri di giovedì scorso a piazza Navona.

E però ci saranno soprattutto altre forme di protesta. «Continueremo con le lezioni all’aperto, le auto-gestioni con il coinvolgimento dei docenti, le assemblee pubbliche, i dibattiti aperti. Non vogliamo che la scuola si chiuda in sé stessa ma che si apra il più possibile», spiega De Zolt. In Umbria, infatti, sono già pronti a dare il via alla prima occupazione coordinata che avverrà in più scuole della regione contemporaneamente e che avrà un programma articolato con lezioni docenti universitari all’aperto, assemblee e altro. Il tutto sarà annunciato in un blog che gli studenti stanno realizzando e metteranno in rete il giorno d’inizio dell’occupazione.

Ancora manifestazioni di protesta, dunque, e non solo: «Ci evolveremo in un movimento propositivo – promette Marco Grandinetti, responsabile organizzativo della Rete – Faremo quadrato per fornire la nostra alternativa, la nostra idea di scuola».

Nota: LASTAMPA.it 02/11/2008

 

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