PALERMO. La normativa per conservare l’autonomia degli istituti scolastici prevede un minimo di 500 alunni ed un massimo di 900. In Sicilia gli istituti interessati al ridimensionamento della rete scolastica sono 456. Sono 34 gli istituti con meno di 300 alunni (in provincia di Catania 8; Enna 9; Messina 7; Palermo 8); Altri 235 istituti hanno meno di 500 alunni (Catania 43; Messina 49; Palermo 43; Enna 32; Siracusa 18; Ragusa ed Agrigento 15 ciascuna; Trapani 12; Caltanissetta 8).
Altri 211 istituti in Sicilia hanno più di 900 alunni. Catania, con 64 istituti sovradimensionati, ha la percentuale più alta a livello regionale. A Palermo gli istituti con oltre 900 alunni sono 61, segue Agrigento con 21.
Vi è un notevole scarto tra Palermo e Catania, rispetto agli altri capoluoghi di provincia (Caltanissetta 19; Enna 0; Messina 16; Ragusa 6; Siracusa 9; Trapani 15).
Questi dati sono emersi a seguito della riunione del tavolo tecnico che si è tenuto a Palermo alla presenza del dirigente generale dell’assessorato alla P.I. Patrizia Monterosso, dei dirigenti degli uffici scolastici provinciali, dei rappresentanti dell’Unione province, dell’Anci e dei sindacati della scuola e dell’Anp.
La Monterosso ha reso noto che si procederà al dimensionamento nel rispetto della legge 6 che stabilisce le procedure e le condizioni per la soppressione e la nuova attuazione delle scuole in Sicilia.
L’assessore regionale alla Pubblica istruzione Antinoro, dichiarandosi contrario ai tagli all’istruzione e di aderire alla manifestazione del 30 ottobre, ha reso noto che la Regione Siciliana è pronta a sollevare il conflitto di competenza presso la Consulta nel caso in cui non venisse riconosciuto alla Sicilia il diritto in materia di dimensionamento della rete scolastica.
Lo Stato, ricorda l’assessore, nel settore di pubblica istruzione ha competenza esclusiva a legiferare solo sull’ordinamento scolastico e sullo stato giuridico del personale. Su tutte le altre questioni la competenza spetta alla Regione soltanto o in forma concorrente a Stato e Regione insieme. Pertanto sul dimensionamento la Regione delibera, previa intesa con lo Stato.
Per il dimensionamento, la fase che poi porterà a quella conclusiva prevede la formulazione della proposta regionale, che sarà sottoposta in successivi incontri ai componenti dei tavoli tecnici delle varie province siciliane, che nell’occasione potrebbero fare proprie proposte tenendo conto delle realtà locali; però queste non sono vincolanti, e l’assessore potrà non accogliere i vari suggerimenti.
Questo percorso procedurale non è condiviso dalle organizzazioni sindacali: a loro avviso il progetto assessoriale avrebbe dovuto essere fatto solo dopo avere ascoltato i “tavoli tecnici” provinciali e non viceversa. Le organizzazioni sindacali sostengono inoltre che l’assessore prima di procedere agli eventuali accorpamenti, dovrà sdoppiare le istituzioni scolastiche con più di 900 alunni per equilibrare sdoppiamenti e nuove istituzioni.
MARIO CASTRO (da www.lasicilia.it)
Catania. Sedici scuole a rischio accorpamento
A Catania città sono 16 gli istituti sottodimensionati – e che quindi rischiano l’accorpamento – di cui 13 nella scuola di base e 3 nella media superiore. Le scuole con un numero di alunni inferiore a 500, limite massimo per conservare l’autonomia, sono: i circoli didattici Biscari, Capponi, Caronda (alunni 471), Corridoni, D’Annunzio (400 alunni), Don Milani; gli istituti comprensivi Pirandello, Manzoni, Martoglio, Mazzini- Di Bartolo, Meucci, Recupero, Ungaretti. Per quanto riguarda gli istituti di secondo grado, le scuole medie superiori sono quasi tutte sovradimensionate, in particolare i licei scientifici.
Sono sottodimensionati solo l’Eredia, il Duca degli Abruzzi, l’Einaudi. Nel complesso, nella provincia di Catania sono 115 gli istituti interessati al dimensionamento delle rete scolastica: 64 le scuole sovradimensionate e 51 quelle sottodimensionate (43 con meno di 500 e 8 con meno di 300).
Ovviamente, le scuole che saranno accorpate conserveranno l’istituzione, cioè gli alunni non saranno trasferiti in altre scuole; andranno in mobilità i dirigenti scolastici, il direttore amministrativo e qualche altro lavoratore. Potrebbero inoltre conservare l’autonomia istituti con meno di 500 alunni se vi sono delle motivazioni particolari per conservare l’autonomia: gli istituti che si trovano in zone di montagna o istituti d’arte.
Le organizzazioni sindacali sono per mantenere un equilibrio, cioè qualora dovessero verificarsi accorpamenti, creare nuove scuole che scaturirebbero dallo sdoppiamento degli istituti con oltre 900 alunni, limite massimo per l’autonomia.
Dal canto suo l’assessore provinciale alle Politiche scolastiche, Giovanni Ciampi ricorda che il decreto legge Gelmini, presentato lo scorso primo settembre, obbliga le Regioni a predisporre piani di ridimensionamento degli istituti scolastici entro il 30 novembre. Per adempiere alle disposizioni governative, l’assessore Ciampi, ha riunito nella sede della Provincia un tavolo tecnico composto dal dirigente csa, da presidi e docenti, e dai dirigenti della Provincia, Ente a cui attengono gli istituti di istruzione superiore. Nel corso della riunione, i quattro dirigenti della provincia (Eleonora Caserta, Giovanni Ferrera, Nunziata Spatafora e Maurizio Trainiti) hanno proposto un piano per dismettere alcuni plessi scolastici, accorpando uffici di segreteria e presidenze.
Il piano, predisposto tenendo conto del numero degli iscritti nei vari istituti, sarà sottoposto al vaglio del presidente Giuseppe Castiglione.
MARIO CASTRO (da www.lasicilia.it)