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Scuola, la protesta al Senato Gli studenti: «Siamo 10mila»

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Proseguono le proteste, i cortei e le occupazioni degli studenti di tutto il Paese in vista dell’approvazione definitiva del decreto Gelmini (leggi il testo del decreto 137), prevista per mercoledì in Senato (l’esame del decreto già da martedì pomeriggio in aula) e dello sciopero generale di giovedì, al quale ha aderito nelle ultime ore anche Unicobas. Nonostante il maltempo, sono numerosi gli studenti delle scuole superiori che protestano a Roma, «assediando» il Senato, per dire “no” al decreto che porta la firma del ministro dell’Istruzione. «Siamo in 10.000» fa sapere l’Unione degli studenti.

I ragazzi occupano via della Corsia Agonale, lo stretto passaggio che collega piazza Navona con l’ingresso centrale di Palazzo Madama, e parte di piazza Navona. Nettamente diviso a metà il gruppo: da una parte i giovani della formazione di destra Blocco Studentesco, dall’altra i ragazzi dei collettivi di sinistra. Alle 16 si terrà presso la Sala stampa della Camera la conferenza stampa del governo ombra del Pd sui temi dell’università. All’incontro con i giornalisti parteciperanno il segretario Walter Veltroni, il vicesegretario Dario Franceschini, i ministri ombra Maria Pia Garavaglia e Pina Picierno, e Luciano Modica. A due passi da Montecitorio intanto l’incontro tra i parlamentari del Pdl e i giovani del centrodestra. E Maurizio Gasparri ne approfitta per dire, a proposuite delleproteste anti-Gelmini, che «il consenso degli studenti a favore della riforma cresce» e che «quelli che protestano sono una minoranza manovrata dalla sinistra. È una protesta fascio-comunista» ha detto il capogruppo del Pdl al Senato.

INCONTRO GELMINI-GENITORI – Intorno alle 14.30 si è concluso l’incontro al ministero dell’Istruzione tra Mariastella Gelmini e le associazioni dei genitori accreditate: Movimento italiano genitori (Moige), Coordinamento genitori democratici (Cgd), Associazione genitori (Age), Associazione genitori scuole cattoliche (Agesc). D’altre parte Paola Arduini, insegnante della scuola elementare di Roma ‘Iqbal Masih’ e membro del Coordinamento «Non rubateci il futuro» denuncia di aver chiesto «un incontro ufficiale» al ministro ma senza «ricevere alcuna risposta».

UNO STUDENTE FERMATO – In mattinata si sono registrati momenti di tensione tra polizia e studenti sotto Palazzo Madama, a Roma, dove un ragazzo è stato fermato per aver sputato a un poliziotto. Lo studente è stato rilasciato dopo poco: per i suoi compagni il motivo della sua identificazione sarebbe legato a un tentativo da parte del ragazzo di scavalcare le transenne. Le fila del presidio, intanto, si ingrossano e si attende l’arrivo dei sette cortei spontanei degli studenti medi e universitari che stanno attraversando la Capitale per convergere a Palazzo Madama, dove in giornata si discute il contestato decreto Gelmini. Numerose le pattuglie della polizia municipale che stanno operando lungo i percorsi delle manifestazioni per limitare i disagi al traffico e provvedere alla chiusura e riapertura delle strade interessate.

LE PROTESTE – Le proteste proseguono intanto, oltre che nella Capitale, in numerose città italiane. A Milano sono sempre più numerosi i licei e gli istituti superiori occupati o autogestiti. A Torino sono previsti nel pomeriggio tre cortei di protesta, mentre una quarantina di studenti del Fuan, organizzazione della destra, hanno organizzato stamattina un sit in nel cortile del rettorato dell’Università degli Studi, a favore della riforma del governo. «Nichi sei uno di noi» gridano gli studenti a Bari rivolgendosi al presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, che sfila con loro per le vie della città. A Viareggio un gruppo di studenti, partito in corteo dalla centrale Piazza Mazzini, ha occupato per alcuni minuti i binari della stazione ferroviaria. La manifestazione non ha causato alcun problema al transito dei treni. Manifestazioni anche a Bologna, a Cagliari e a Pescara.

I RETTORI – Nel frattempo il rettore del Politecnico di Torino, Francesco Profumo, dalle pagine de La Stampa fa sapere che «se il governo non cambierà strada, convocando i rettori, ritirando tagli insostenibili e aprendo la via a una seria riforma delle università, non potrò che dimettermi insieme agli altri rettori italiani. Ne abbiamo parlato tutti – ha detto Profumo -, siamo tutti d’accordo». Secondo il rettore del Politecnico di Torino, a livello nazionale i tagli ammontano a «un miliardo e 450 milioni nel 2013».

Nota: Corriere.it 28/10/2008

 

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