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Gelmini rilegga meglio Obama di Marina Boscaino*

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La Gelmini si ispira a Obama? Leggete un po’: «Questo è il momento di affrontare il nostro obbligo morale di garantire ad ogni bambino un’educazione di prima livello, perché questo è il minimo che serve per competere in un’economia globale. (…) Recluterò un esercito di nuovi insegnanti, pagherò loro retribuzioni più alte e darò loro maggiore supporto. E, in cambio, chiederò standard educativi più elevati ed affidabili».

9 settembre 2008: un passaggio del discorso di accettazione della candidatura. Basta fare un giro sulla rete, guardare i numerosissimi filmati su youtube, per rendersi conto di come quello dell’istruzione sia un nodo centrale del suo programma: la biografia di Obama stesso è la prova concreta che l’accesso all’istruzione può rimuovere ostacoli di carattere sociale.
La parola «esercito» non è neutra, se si pensa alla spesa per la Difesa negli Usa. Gli insegnanti hanno rappresentato una parte consistente dell’elettorato democratico: spetta a loro il primo posto nel programma di Obama, che guarda ad un consistente investimento nella scuola rigorosamente pubblica (mentre McCain storna fondi per la privata).
Si propone un ripensamento della condizione economica dei docenti, necessario per favorire l’accesso all’istruzione superiore anche delle classi sociali più deboli, incentivando la prosecuzione degli studi anche oltre l’obbligo; che, ricordiamo, negli Usa varia da stato a stato, con un inizio tra i 5 e i 7 anni e una fine tra i 16 e i 18. «Senza una buona educazione prescolastica – ha scritto Obama – i nostri figli non riusciranno a mantenere intatto il loro livello di educazione rispetto ai loro coetanei. Senza un diploma di scuola superiore, servirà almeno il triplo di tempo per trovare lavoro rispetto a un diplomato. E senza una laurea o una certificazione industriale, sarà ancora più difficile trovare un lavoro».
Ma Gelmini non lo sa.

*insegnante Comitato Insegnante Precari

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