Un voto scontato al Senato e uno sciopero generale che promette di portare in piazza migliaia e migliaia di persone e, intanto, scalda gli animi: in vista di questi due appuntamenti (domani il primo, giovedì il secondo) il mondo della scuola e dell’università, in una saldatura ormai collaudata, oggi non ha risparmiato energie nel protestare.
Palazzo Madama, dove è ripreso – con toni accesi – il dibattito sul contestato decreto Gelmini, è stato preso d’assedio dagli studenti sin dal mattino – una protesta a tratti rumorosa, con qualche scaramuccia tra sigle di opposti schieramenti ma tutto sommato pacifica, che è ancora in corso – e cortei e manifestazioni hanno attraversato il Paese come un ideale serpentone di dissenso. E nel pomeriggio mentre il ministro Maristella Gelmini ha ricevuto alcune associazioni di genitori, il sindacato ha diffuso uno studio dal quale emerge che i tagli al tempo pieno danneggeranno non solo la qualità dell’istruzione, ma anche le mamme-lavoratrici.
Una ulteriore difesa della “riforma” Gelmini è arrivata in serata dal Premier: “C’è stata una vasta disinformazione e delle falsità enormi su modifiche che sono di buon senso”.
Scuola e atenei sempre in prima linea
Un corteo itinerante tra le facoltà occupate a Torino, dove stasera è in programma una fiaccolata; banchi e lavagne in strada a Napoli; una breve ma simbolica occupazione dei binari della stazione ferroviaria a Viareggio; un lungo corteo spontaneo di studenti a Bari, in testa anche il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola. E poi ancora migliaia di universitari e studenti delle superiori scesi in piazza a Perugia, bimbi travestiti da fantasmini in piazza Maggiore a Bologna in difesa della scuola pubblica, assemblea partecipatissima all’università di Ancona, lezioni in piazza davanti al Colosseo (nonostante la pioggia) e a piazza San Marco a Venezia, maxischermi a Roma Tre per consentire a tutti gli studenti di seguire l’affollatissima assemblea, presente il rettore, in corso nell’aula magna. Almeno sette cortei a Roma, autogestioni e occupazioni da Bolzano a Caltanissetta. La vigilia del voto al contestato decreto Gelmini è stata contrassegnata da una miriade di iniziative, compreso lo sciopero della fame annunciato da un papà romano (M.S.,funzionario del ministero dell’Ambiente) preoccupato per il futuro dei suoi tre figli in età scolare.
Senato sotto assedio
Diecimila, quarantamila: oscillano le cifre sui manifestanti davanti al Senato, come sempre in questi casi. Ma è certo che gli studenti non intendono mollare la postazione. Sono arrivati a piccoli gruppi stamani e c’è stato pure qualche screzio: l’Unione degli studenti ha preso le distanze dalle formazioni di destra pure presenti in piazza accusandole di violenza gratuita. Le dichiarazioni di voto andranno avanti fino alle 22, ma i ragazzi – ci sono anche gli universitari di Roma Tre e de La Sapienza – restano lì e ci saranno anche domattina. Stringono palloncini gialli tra le mani e gridano “Polizia arrestaci tutti” e “Chi non salta la Gelmini è”.
Pd presenta in 10 punti la sua riforma per l’Università
Il leader del Pd, reduce dal successo del Circo Massimo, ha presentato oggi pomeriggio, in una conferenza stampa, la ricetta del partito democratico per l’università. Una ricetta in dieci punti che va dalla revisione dei meccanismi dei concorsi all’istituzione dell’Anvur, l’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario passando per una riforma della governance e per la valutazione periodica dei docenti. Il Pd chiede pure di abrogare il blocco del turn over dei docenti e di tornare al reclutamento straordinario di ricercatori previsto dal governo Prodi.
Parlamentari Pdl incontrano studienti del centro-destra
“Andiamo avanti con il decreto Gelmini” ha assicurato Maurizio Gasparri (Pdl) durante l’incontro di oggi tra studenti di centrodestra e parlamentari del Popolo della libertà. “Dobbiamo guardare alla protesta con serietà ma non pensare che sia una rivolta generazionale, sono i numeri a dirlo” ha aggiunto Giorgia Meloni, ministro della Gioventù, assicurando, per parte sua “spazio di dialogo con gli studenti indipendentemente dall’orientamento politico”.
Sciopero del 30 prossima tappa del malcontento
La lunga marcia di avvicinamento allo sciopero generale della scuola è quasi finita: giovedì il mondo della scuola (ma anche quello dell’università) scenderà in piazza a Roma. La macchina organizzativa si è messa in moto: 9 treni speciali, 1.000 pullman, e tanti, tantissimi manifestanti ‘fai da te’. I sindacati promotori (Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda) contano su grandi numeri e parlano di “data che resterà nella memoria”. Sul palco anche i tre big di Cgil, Cisl e Uil: Epifani, Bonanni e Angeletti.