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Scuola, Bossi: graduatorie regionali per insegnanti .-Ancora proteste contro il decreto Gelmini

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ROMA (26 ottobre) – Per il ministro delle Riforme Umberto Bossi ci vorrebbero delle graduatorie regionali per gli insegnanti, da sostituire a quelle nazionali per evitare che i prof si spostino in continuazione «come in un tour operator». Durante un comizio che ha tenuto a Sotto il Monte, in provincia di Bergamo sabato sera Bossi ha detto che «la Gelmini ha fatto qualcosa di buono per la scuola in un momento in cui, a parte le strumentalizzazioni, è chiaro che non ci sono più i soldi per andare avanti come prima e adesso dovrebbe avere il coraggio di sostituire le graduatorie nazionali degli insegnanti con graduatorie regionali».

Bossi: al Sud più facile avere voti alti. «Non so se può, visto il caos in cui si vive in questo momento, non so se è il momento per fare una riforma così importante  – ha aggiunto Bossi – Ma se la si facesse almeno non avremmo più insegnanti che vanno e vengono come in un tour operator. Senza contare poi che c’è il problema che al Sud è più facile avere voti alti che favoriscono nei concorsi. Io mi auguro che la Gelmini stia in forza e continui sulla sua strada». Sempre nel comizio Bossi ad un certo punto ha poi criticato la sinistra, accusandola di aver  agganciato un filone politico da sfruttare: «Sembra davvero un nuovo ’68 – ha detto – Io lo sapevo che se si cerca di modificare la scuola la sinistra si scatena, non ha più gli operai e adesso usa come motore gli studenti». 

Berlusconi: andiamo avanti. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha ribadito oggi che sul decreto Gelmini si va avanti: «Andiamo avanti a governare e a fare cose di buon senso che sono nel programma qualunque cosa dica Veltroni o qualcun altro nell’opposizione – ha detto – Hanno usato strumentalmente la scuola. Pensate all’università, non abbiamo ancora fatto nulla e già ci hanno mosso critiche e mosso gli studenti nelle strade con una strumentalizzazione difficilmente definibile anche di studenti e bambini».

Le polemiche. Per il leader radicale, Marco Pannella, «la rivolta di professori e studenti è in realtà una rivolta contro la finanziaria di Tremonti, quella da otto minuti». Il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, invita il governo a «far parlare le famiglie, far dire loro cosa vogliono». Anche il numero uno della Cgil, Guglielmo Epifani, auspica l’avvio di un confronto con le organizzazioni sindacali e la sospensione del decreto. Lapidario il commento di Antonio Di Pietro: «Ci hanno fatto vedere il grembiulino, il voto in condotta, ma si sono fregati la polpa, cioè otto miliardi di euro». Contro i provvedimenti del governo sulla scuola si è espresso anche il Meic (Movimento ecclesiale di impegno culturale), la cui assemblea ha votato una mozione che boccia senza appello i decreti Gelmini.

Mobilitazione a Cagliari. Quella di oggi è stata un’altra giornata di proteste in tutta Italia. Gli studenti universitari cagliaritani contro il decreto Gelmini hanno inviato alle redazioni dei giornali decine di lettere di protesta: «Vi scriviamo a nome degli studenti dell’ateneo cagliaritano per comunicarvi la nostra posizione riguardo alla legge Finanziaria e i relativi provvedimenti sull’istruzione – si legge nel comunicato – Riteniamo che questa legge antidemocratica e anticostituzionale in quanto viola i seguenti articoli della Costituzione: articoli 3, 33 e 34».

Lezioni autogestite a Viterbo. Porte aperte oggi dalle 15 alle 19, lezioni aggiuntive gratuite autogestite e laboratori a disposizione: è la protesta organizzata dagli studenti del liceo classico “Mariano Buratti” di Viterbo, «per manifestare profondo dissenso verso il decreto legge 133. L’assemblea degli studenti – recita un volantino -, con il consenso della presidenza e dei docenti, ha deciso di sviluppare un progetto complementare alle lezioni curriculari. L’iniziativa consiste nel presidiare la scuola nell’orario pomeridiano e per l’intera giornata di oggi e nei giorni prossimi, offrendo a chi ne facesse richiesta lezioni aggiuntive gratuite e laboratori autogestiti».

Roma, festa protesta all’elementare Pirandello. Festa-protesta dalle 19 in poi presso la scuola elementare “Luigi Pirandello” di Roma, nel quartiere Magliana: dibatti informativi sul decreto Gelmini alternati a momenti di animazione per i bambini: «La contestazione festosa – comunica il comitato del coordinamento della scuola pubblica del XV Municipio – è aperta a tutti i cittadini del Municipio e a tutti i genitori e gli insegnanti delle altre scuole che abbiano voglia di partecipare al dibattito sulla scuola in relazione al decreto Gelmini». Del coordinamento fanno parte i genitori e gli insegnanti delle seguenti scuole: le elementari V. Cuoca, G. Pascoli, Guttuso, Pirandello, Graziosi, Sciascia e Santa Beatrice; le scuole medie F.lli Cervi e quella di Via Bagnera; e ancora l’Istituto comprensivo Vigna Pia e il Liceo scientifico Keplero.

Lezione sul lungotevere per gli studenti del Virgilio. Banchi, sedie e una lavagna sul lungotevere dei Tebaldi. Lezione del giorno: storia, la crisi del 1929. La singolare lezione domenicale l’ha tenuta il professor Lucio Garbini a una cinquantina di studenti del liceo occupato «Virgilio» di via Giulia. «È la prima lezione che facciamo sul lungotevere – ha detto Lucio Garbini, professore di storia e filosofia – Ieri abbiamo fatto una lezione sulla crisi dei mutui, con il professor Nicola Nigro, con i ragazzi che stanno occupando. Faccio lezione con loro perché siamo tutti nella stessa barca e perché siamo tutti dalla stessa parte».

Giornata informativa al Viscontino. «Siamo qui per fare informazione, dire le cose come stanno». Lo ha detto più volte Pietro Perziani, preside dell’istituto Viscontino di Roma, dove oggi insegnanti e genitori si sono riuniti per discutere e spiegare il contenuto della legge Gelmini. Sin da stamattina numerosissimi genitori, accompagnati dai figli, si sono recati alla scuola per questa occasione speciale di incontro e confronto.

Da domani nuove proteste. Tutto è pronto nelle scuole e nelle università per un’altra settimana di contestazioni. Un programma ancora denso di occupazioni, sit-in, agitazioni, lezioni in piazza, che per i primi giorni della prossima settimana mira a bloccare l’approvazione definitiva (prevista mercoledì 29 ottobre) al senato del decreto Gelmini. Da domani gli studenti romani faranno lezione al Colosseo: per contrastare l’approvazione al Senato, i Cobas hanno organizzato una manifestazione a piazza Navona, a pochi passi da Palazzo Madama, a partire dalle 17 di martedì 28. L’iniziativa proseguirà senza sosta fino al mattino dopo, quando è prevista la votazione. La Rete degli studenti lancia lo slogan “Avanziamo dei diritti” e annuncia che da domani, in tutta Italia, «ci saranno scioperi e notti bianche, che si concentreranno ancora una volta nei giorni di approvazione del decreto 137 al Senato. Dopo lo slittamento ottenuto il 23 ottobre, cercheremo ancora una volta di bloccare i lavori parlamentari». Ma l’appuntamento clou delle proteste è per giovedì 30 ottobre, giorno in cui, in tutta Italia, sciopererà il personale della scuola e si terrà a Roma la manifestazione di docenti, studenti medi ed 0

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