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Scuola, Berlusconi: ”Mai detto di mandare polizia”. Viminale: ”Fermezza per prevenire violenze”

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Il ministro della Difesa La Russa: ”Non ce ne sarà mai bisogno”

Il presidente del Consiglio da Pechino smentisce di aver parlato di un possibile impiego delle forze dell’ordine contro le occupazioni: ”C’è un divorzio tra l’informazione e la realtà”. Ma il Pd attacca: ”I tg ritrasmettano le sue dichiarazioni”. Gelmini: ”Convocherò gli studenti”. Ancora proteste in tutta Italia. Corteo a Roma. Partecipa al forum

Roma, 23 ott. (Adnkronos/Ign) – ”Non ho mai detto polizia nelle scuole, non l’ho nemmeno pensato”. Silvio Berlusconi , nella conferenza stampa a Pechino, riportata dal Tg3, nega di aver pensato all’uso della forza pubblica per fermare le occupazioni nelle scuole e negli atenei. Resta ferma l’intenzione di garantire il diritto allo studio: ”Ho detto – spiega il presidente del Consiglio – che c’è il diritto di manifestare e di protestare, ma non dovete imporre a chi non è della vostra idea di rinunciare al suo diritto a studiare”. Quanto all’università ”ancora non è stato fatto niente”. Vuol dire che ”se qualcuno va in piazza è perché gli piace andare in piazza”.

“Quando leggo i giornali non riesco a riconoscermi negli eventi di cui sono stato spesso pratagonista – attacca -. Questo è sempre accaduto e continua ad accadere: non mi riconosco nelle situazioni raccontate dai giornali, c’è un divorzio tra l’informazione e la realtà“.

Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, assicura: ”Non ci sarà mai bisogno di polizia o di altro” contro le occupazioni, “spero che i giovani non vogliano neanche mettersi nella condizione di essere al centro di episodi di violenza per motivi ideologici: ci siamo già passati e credo che all’Italia sia bastato“. In questo senso, La Russa interpreta le parole di Berlusconi “come una condanna della violenza”. ”Io non penso che ci sarà un seguito a queste parole. Ci starei male, se ci fosse”, conclude La Russa.

Ma il Pd non ci sta. ”Non c’è da sorridere sulle capacità di Berlusconi di smentire se stesso. La credibilità e l’affidabilità sono prerogative indispensabili per chi ricopre la carica di presidente del Consiglio”, attacca il vicesegretario del Partito democratico, Dario Franceschini, su Youdem.tv. ”Sarebbe molto utile – aggiunge – che le tv e i telegiornali di stasera non si limitassero alla smentita di oggi, ma mostrassero anche le immagini della conferenza stampa con le parole di ieri”.

Di scuola e università si è parlato oggi anche in un vertice al Viminale, presieduto dal sottosegretario Alfredo Mantovano, in cui si è sottolineato che “fermezza e determinazione” saranno usate per ”prevenire qualsiasi tipo di degenerazione violenta” nelle manifestazioni. I responsabili di azioni violente “saranno identificati e denunciati all’autorità giudiziaria”, precisa il Viminale “nel garantire piena possibilità di dissenso purché espresso nel rispetto della legge e degli altrui diritti”. “Ci si augura – continua – che la disponibilità oggi manifestata dal ministro Gelmini ad aprire uno spazio di confronto fondato sulla realtà dei fatti trovi corrispondenza in chi ha animato la protesta e contribuisca a rendere il confronto medesimo più sereno”.

All’attenzione del Viminale in particolare, apprende l’ADNKRONOS al termine del vertice tecnico, vi sarebbe soprattutto l’eventualità, che alla testa dei cortei possano esserci infiltrazioni di estremisti, elementi dell’area antagonista dei movimenti di estrema sinistra, di ispirazione anarco-insurrezionalista e di movimenti di estrema destra.

Da parte sua il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, intervenendo in aula a Palazzo Madama, ha dichiarato: “Si è scatenata una campagna terroristica che ha diffuso false informazioni”, che ”avvelenano il clima con l’obiettivo di bloccare la riforma”. Il ministro ha poi annunciato: “Convocherò da domani tutte le associazioni degli studenti per aprire uno spazio di confronto ad una sola condizione: che si discuta sui fatti”.

A chiedere di essere convocati dal ministro Gelmini sono anche le segreterie nazionali di Flc Cgil, Cisl Università, Cisl Fir e Uil Pa-Ur. In caso contrario, avvertono, saranno attivate tutte le procedure per indire il 14 novembre lo sciopero generale dell’Università e degli Enti di ricerca.

Intanto, prosegue la mobilitazione degli studenti contro il decreto Gelmini. A Roma si è svolto un corteo, partito dalla Sapienza, per dire no alla riforma dell’università. Da stamattina la Facoltà di Scienze dell’Università Roma Tre è stata occupata. Presidi da oggi anche al liceo scientifico Malpighi, all’Avogadro e all’istituto Matteucci, mentre proseguono le occupazioni iniziate nei giorni scorsi.

A Palermo, il Consiglio di facoltà di Lettere ha approvato la sospensione per dieci giorni della didattica ordinaria. Nella altre facoltà, dopo la sospensione di martedì, la didattica è ripresa, anche se diversi studenti hanno disertato le lezioni. A Torino circa mille studenti delle scuole superiori hanno dato vita a una manifestazione spontanea per le strade del centro storico della città. E continuano nel torinese le occupazioni delle scuole. A Trieste c’è stata la protesta degli studenti delle scuole superiori. Qualche centinaia di ragazzi ha ”edificato” un muro con i libri in piazza San Giacomo.

Dal 1 ottobre ad oggi il dissenso nei confronti del decreto Gelmini si è sviluppato finora in circa 300 manifestazioni in tutta Italia, con 150 scuole e 20 facoltà universitarie occupate.

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