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Scuola, Berlusconi: ”Non permetterò occupazioni, interverrà la polizia”: ”Oggi convocherò Maroni per dargli istruzioni dettagliate”

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Il presidente del Consiglio: ”Non sono un fatto di democrazia ma pura violenza verso gli altri studenti”. E attacca: ”Dalla sinistra inutili allarmismi e falsità”. Poi assicura: ”Non ci saranno tagli”. Sulle classi ponte: ”Nessun razzismo”. Gelmini: ”Qualcuno cerca strumentalmente lo scontro di piazza”. Veltroni: ”Governo ritiri il decreto”. Continuano le proteste in tutta Italia . A Torino, dopo Fisica e Agraria, occupato anche Palazzo Nuovo

Roma, 22 ott. (Adnkronos/Ign) – “Voglio fare un avviso ai naviganti: non permetterò occupazioni delle scuole e delle università“, perché questa è una “violenza”. Silvio Berlusconi annuncia la linea dura contro l’occupazione di scuole e università in una conferenza stampa a palazzo Chigi: “Oggi convocherò Maroni per dargli indicazioni dettagliate al fine di evitare attraverso l’intervento delle forze dell’ordine per evitare occupazioni”.

“La realtà che conosciamo in questi giorni e in queste ore – spiega Berlusconi difendendo a spada tratta la riforma Gelmini – è una realtà di aule universitarie piene di ragazzi che intendono studiare. Poi ci sono questi manifestanti, organizzati dall’estrema sinistra, molto spesso dai centri sociali come succede a Milano. Quindi non consentirò l’occupazione di università e di scuole, perché non è dimostrazione e un’applicazione di libertà, non è un fatto di democrazia ma è pura violenza nei confronti degli altri studenti, delle famiglie, delle istituzioni e nei confronti dello Stato”.

Il premier assicura di non volere instaurare uno Stato di polizia ma solo tutelare il diritto dei cittadini e di chi vuole studiare e spiega: “Dirò a Maroni che i diritti dei cittadini, studenti o genitori, vanno fatti rispettare contro chi si oppone all’esercizio pieno di questi diritti”.

Poi, assicurando che “non ci sara nessun taglio alla scuola pubblica“, attacca l’opposizione: “Le proteste della sinistra contro la riforma Gelmini sono solo il tentativo di fare un’opposizione di piazza ma non portano a nulla”. “Noi abbiamo approvato semplicemente un decreto, non si tratta della riforma della scuola – precisa -. Evidentemente loro hanno visto che tutti i nostri provvedimenti sono inattaccabili e ora se la prendono con questo, creando allarmismi inutili tra la gente e dicendo cose false” che non corrispondono al vero.

Berlusconi difende poi la mozione sulle cosiddette classi ponte dedicate ai figli degli immigrati e approvata alla Camera: “Si tratta di strumenti di integrazione, di buonsenso, certamente non razzisti”. L’obiettivo è soltanto quello di far conoscere ai bambini extracomunitari la nostra lingua perché ci sono classi dove “si parlano anche 10 lingue. Bisogna che conoscano l’italiano. Noi puntiamo all’integrazione, non c’è nessun razzismo ma solo buonsenso”.

Da parte sua Mariastella Gelmini lancia un appello alla moderazione “affinché si abbassino i toni, perché qualcuno cerca strumentalmente lo scontro di piazza”. ”La protesta di questi ultimi giorni – insiste – è una protesta politica, che ha come obiettivo la lotta al governo Berlusconi, con la regia della sinistra e dei centri sociali”. Il ministro se la prende anche con l’informazione: “I mass media danno moltissimo spazio a proteste che coinvolgono qualche migliaio di persone, mentre ci sono decine di migliaia di ragazzi che continuano a studiare da casa e a frequentare i corsi.

Dall’opposizione il segretario del Pd Walter Veltroni , che ha annunciato una conferenza stampa sulla scuola oggi alle 16, sottolinea: “Se fossi nel governo farei un gesto politico: ritirerei quel decreto Gelmini che è alla base di tutta questa sofferenza e ritirerei le misure finanziarie prese”.

Intanto, continuano le proteste in tutta Italia contro la riforma della scuola del ministro Gelmini. A Torino, dopo Fisica e Agraria, l’occupazione si è estesa anche a Palazzo Nuovo, sede delle facoltà umanistiche. L’iniziativa è stata decisa ieri sera dall’Assemblea No Gelmini al termine di un incontro a cui hanno partecipato un migliaio di studenti. ”La decisione – spiega una nota dell’Assemblea – si inserisce in un percorso di mobilitazione a livello nazionale e si pone come obiettivo quello di estendere il più possibile la partecipazione di tutto il mondo accademico”.

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