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Scuola, studenti pronti a bloccare tutto

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 Ma la Gelmini replica: non sto zitta e vado avanti. Berlusconi blinda la riforma al Senato21/10/2008 – DILAGA LA PROTESTA: IN TUTTA ITALIA OCCUPAZIONI E SIT-IN, PROVOCATORIA LEZIONE DI FISICA IN PIAZZA DAVANTI A MONTECITORIO

ROMA
Per il decreto Gelmini siamo al rush finale: entro il 31 deve essere convertito in legge, e man mano che ci si avvicina a questa data, nelle scuole e nelle università la protesta dilaga, con un crescendo che culminerà nel grande sciopero generale del 30 ottobre.

Nonostante questo, però, la linea di governo e maggioranza è di tirare dritto e fare quadrato: dopo l’approvazione con voto di fiducia alla Camera, oggi il testo sarà congedato dalla commissione Istruzione del Senato e inviato in aula. L’opposizione ha presentato 235 emendamenti e 40 ordini del giorno che dovrebbero essere esaminati nelle tre ore e mezzo di seduta previste. E’ ovvio che nulla passerà. La parola d’ordine che ancora ieri si ripeteva nei corridoi di Palazzo Madama, è di non mettere difficoltà al percorso del decreto 137 in maniera che possa essere votato dall’aula tra mercoledì e giovedì della prossima settimana.

I sindacati sono molto delusi da questa chiusura a riccio del governo: «Abbiamo chiesto di aprire una discussione alla luce del sole – ha detto ieri il segretario della Cisl Raffaele Bonanni – ma senza un segnale di disponibilità, noi ovviamente faremo lo sciopero e anche altre proteste». Francesco Scrima, che è il leader della Cisl scuola (il maggior sindacato di categoria) non solo concorda, ma non nasconde neppure un forte disappunto per questo atteggiamento: «Noi eravamo pienamente disposti a discutere, anzi – racconta – dopo il colloquio tra il ministro e il Capo dello Stato ci attendevamo un atto di distensione. Invece non ci hanno nemmeno considerato. I tagli quelli erano e quelli sono. A questo punto, se adesso scoppia la santabarbara delle proteste che pretendono?».

In effetti, da giorni le scuole e le università sono un vulcano alla vigilia dell’esplosione. Le lezioni in piazza sono la formula inedita di questa nuova stagione del movimento studentesco, ieri se n’è tenuta una anche davanti a Montecitorio, per iniziativa dei collettivi di Fisica che, dopo un’assemblea, hanno deciso di spostare la didattica lì, nel centro della vita politica, esponendosi alla ricaduta mediatica del caso. Nessun incidente registrato, ma neppure un particolare interesse da parte dei parlamentari.

D’altronde a Firenze le «lezioni in 14 piazze» si tengono da circa una settimana e per mercoledì prossimo ne è prevista una affidata all’astronoma Margherita Hack. Lezioni «en plein air» anche a Torino, a Siena, a Genova. A Milano, invece, c’è stata anche la protesta singolare del «rogo» inflitto al testo del decreto 137, avvenuto proprio sotto le finestre di Palazzo Marino, sede del Comune. Assemblee, manifestazioni, striscioni, occupazioni si sono ripetute – infine – presso le sedi universitarie che ormai da giorni sono in stato di agitazione: Cagliari, Palermo, Catania, Napoli, Pavia, Ferrara, Siena con l’aggiunta, ora, degli atenei marchigiani di Ancona e Macerata.

L’idea – dicono i collettivi studenteschi – è quella di creare una saldatura fra tutte le azioni di lotta, fino ad arrivare allo sciopero del 30, che dovrebbe essere la madre di tutte le battaglie. E così nelle scuole superiori, sia l’Unione degli Studenti che la Rete degli Studenti (entrambe organizzazioni di sinistra) hanno previsto, a iniziare da giovedì prossimo, un piano capillare di occupazioni seguite da autogestioni, in quasi tutte le città: Torino, Verona, Vicenza, Treviso, Padova, Venezia, Siracusa, Bergamo, Cuneo, Prato, Massa, Pisa, Teramo, Frosinone, Roma, Catania, Savona e Reggio Emilia, ma anche altrove la rete si sta muovendo. Lo slogan, diffuso via Internet, è «Tenere fuori la Gelmini dalle scuole». Ma il ministro replica: «non sto zitta ma procedo con grande ri

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