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Scuola e università, la protesta non si placa. A Milano scontri al corteo

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Lanci di candelotti e fumogeni nel capoluogo lombardo, una decina di feriti. In 60mila in piazza a Firenze. I sindacati: ”E’ la più grande manifestazione di sempre in città”. Gli studenti della ‘Sapienza’ consegnano una lettera a Napolitano: ”Decida da che parte stare”. D’Alema: ”Giusta la protesta contro i tagli all’istruzione” (video). Famiglia cristiana: ”Classi ponte sono classi ghetto”. Partecipa al forum

Il 29 voto finale al Senato su decreto Gelmini

Roma, 21 ott. (Adnkronos/Ign) – Continua in tutta Italia la protesta contro i tagli alla scuola e alle università. E’ finita con uno scontro tra studenti e forze dell’ordine una manifestazione a Milano contro la riforma della scuola del ministro Gelmini. Una decina i contusi, stando a quanto riferito dai collettivi. Gli studenti sono partiti da via Festa del Perdono e in un corteo che ha attraversato la città, fino ad arrivare vicino alla Prefettura, si sono fermati in piazza Cadorna, nodo della città. I ragazzi scesi in piazza, circa un migliaio secondo gli organizzatori, hanno tentato un blitz per bloccare i treni delle Ferrovie Nord, ma sono stati respinti dai carabinieri che presidiano la zona. Ci sono stati lanci di candelotti, di fumogeni, poi qualche carica dei militari ha bloccato l’ingresso in stazione del corteo.

Anche a Bologna la protesta degli universitari è arrivata fino ai binari della stazione. I ragazzi del collettivo Aut-Off, che questa mattina hanno fatto irruzione a suon di fischietti e tamburi nel rettorato di via Zamboni, all’uscita si sono organizzati in un corteo fuori programma. Alcune centinaia di manifestanti sono riusciti a occupare i primi due binari per qualche minuto. Il presidio si è poi sciolto senza alcun disordine o scontro con le forze dell’ordine.

In 60mila, secondo fonti sindacali, hanno sfilato invece per le vie del centro di Firenze. Per i sindacati si tratta della più grande manifestazione del settore scuola che mai sia stata fatta nel capoluogo toscano”, cui ha dato il suo sostegno il Partito democratico della Toscana. A sfilare, accanto agli universitari, anche gli studenti medi. La manifestazione regionale dei lavoratori dell’Università, degli enti di ricerca e dell’Afam è stata indetta da Flc Cgil, Cisl Università, Fir Cisl e Uil Pa-Ur, le stesse organizzazioni sindacali che hanno annunciato di aver “iniziato le procedure per indire per il 14 novembre lo sciopero generale con una manifestazione nazionale a Roma”, di fronte ”alla disastrosa politica del governo che sta minando seriamente il futuro istituzionale dell’Università, degli Enti di Ricerca e delle strutture Afam”.

A Roma assemblee straordinarie sono state organizzate in molti licei. Studenti, dottorandi e ricercatori dell’Università ‘La Sapienza’ in mobilitazione hanno consegnato una lettera-appello al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, giunto all’ateneo romano per presenziare alla cerimonia in Rettorato in ricordo dello storico Giuliano Procacci, in cui esortano il capo dello Stato a prendere posizione. “Ci auguriamo – si legge – che anche lei decida da che parte stare e non abbandoni a se stessi la scuola, l’università, la ricerca pubblica”.

“Riteniamo di voler rispondere alle sue parole della scorsa settimana – scrivono gli studenti universitari con riferimento al discorso pronunciato da Napolitano nella tenuta di Castel Porziano – parole che con estrema facilità il governo ha utilizzato, a legittimazione del continuo ricorso al voto di fiducia che di fatto esautora il Parlamento e comprime il dissenso democratico nel Paese”. Gli studenti sottolineano che “è l’università in quanto tale che si sta mobilitando: minimizzare questo elemento significa avere poco a cuore la democrazia. Venerdì – ricordano al presidente della Repubblica – ci ha segnalato che non si può soltanto respingere il cambiamento e che una riforma è necessaria”.

Ma, osservano gli studenti, “l’università dovrà subire un nuovo processo riformistico di cui si capiscono poco le linee guida, se non il desiderio del governo di ridurre il numero degli atenei e le risorse. Scuola e università sembrano essere solo un fardello costoso e insopportabile, mai un’occasione di crescita e di sviluppo; una spesa, mai un investimento”.

Assemblee nelle facoltà e un nuovo corteo anche a Palermo. Presente a Medicina il neo rettore Roberto Lagalla che appoggia la mobilitazione e ritiene la riforma approvata “pericolosa”. In segno di protesta il sito web dell’università rimarrà oscurato per l’intera giornata.

Dure critiche arrivano pure dal rettore dell’Università di Torino, Ezio Pelizzetti, che giudica i provvedimenti adottati dal governo ”profondamente penalizzanti per gli atenei virtuosi”, ”scelte giustificate non da un vero e proprio progetto di riforma ma da una mera esigenza di fare cassa”.

Intanto, mentre i giovani di Forza Italia minacciano “una class action degli studenti se agli universitari continuerà ad essere impedito di frequentare le lezioni”, la riforma Gelmini va avanti. Il voto finale del Senato sulla parte della riforma contenuta nel decreto legge del governo è previsto nella mattinata di mercoledì 29. Lo ha annunciato il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, al termine della conferenza dei capigruppo che ha fissato il calendario dei lavori dell’Aula di Palazzo Madama.

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