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L’Anci rompe il fronte del “no al maestro unico”

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Da latecnicadellascuola: Mentre i sindacati continuano a chiedere la cancellazione dell’articolo 4 del decreto 137, l’Anci accetta l’idea delle classi a 24 ore ma chiede che la legge dica chiaramente che si tratta di una possibilità accanto ad altre. E chiede anche garanzie sul tempo pieno.

 

Il fronte del “No al maestro unico” costituitosi in queste settimane si sta rompendo o per lo meno incomincia a non essere più così compatto come prima.

E’ di queste ore la notizia che l’Anci ha trasmesso al Senato un sintetico documento con cui si chiedono due importanti modifiche all’articolo 4 del decreto 137.

Il dato nuovo è che, in questo caso, non viene proposta la cancellazione dell’articolo, come  chiedono invece i sindacati nella piattaforma per lo sciopero del 30 ottobre.

L’emendamento dell’Anci prevede che le parole “le istituzioni scolastiche della scuola primaria costituiscono classi affidate ad un unico insegnante e funzionanti con orario di ventiquattro ore settimanali” contenute nel primo comma dell’articolo 4 siano così costituite: “le istituzioni scolastiche possono costituire, affiancando le attuali modalità organizzative, classi affidate ad un unico insegnante funzionanti con un orario di settecentonovantadue ore annue, cui deve essere garantito un numero adeguato di docenti per il sostegno”.

“Con tale proposta – spiega l’Anci – si prevede la possibilità, laddove ve ne sia la richiesta da parte delle famiglie, di formare classi con orario di 792 ore annue (mediamente 24 ore settimanali), che affiancheranno le classi funzionanti secondo gli attuali modelli organizzativi con il tempo prolungato e tempo pieno, ed è garantita la fruizione del tempo pieno per le famiglie che diversamente sarebbe costrette a rivedere l’intera organizzazione familiare di conciliazione dei tempi, che avrebbe notevoli ripercussioni, penalizzando in particolar modo le donne e il loro lavoro”.

Ma l’Anci si spinge anche oltre e osserva che è sbagliato definire in modo dettagliato l’orario settimanale delle classi e le modalità di assegnazione dell’insegnante, in quanto in tal modo si violerebbeil principio costituzionale dell’autonomia delle Istituzioni Scolastiche.

E, per garantire che il tempo pieno non venga cancellato, l’Anci chiede che al comma 1, dopo le parole “articolazione del tempo-scuola”, venga aggiunta l’espressione “garantendo l’organico anche per il tempo pieno, secondo l’attuale organizzazione.”

A partire dal 21 ottobre la palla passa al Senato che entro la fine di questa settimana dovrà esaminare l’emendamento dell’Anci e approvare il decreto nella sua stesura finale. Ed è bene ricordare che se il Senato dovesse modificare anche solo di poco il testo approvato dalla Camera, il provvedimento dovrà essere nuovamente approvato dall’altro ramo del Parlamento. Tutto entro il 31 ottobre

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