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SCUOLA: NAPOLITANO INVITA A DIALOGO, NON SI DICA SOLO NO

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  Su alcuni cambiamenti si può essere d’accordo, su altri si può dare battaglia, ma una cosa è certa “non si possono dire solo dei no. Né bisogna farsi prendere dalla paura”: nei giorni in cui il mondo della scuola scende in piazza e alza la voce, dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano arrivano parole che vogliono essere un invito al dialogo. Il monito del capo dello Stato piace a tutti, maggioranza e opposizione. Il primo ad applaudire è il Pdl, che con il numero uno dei senatori Maurizio Gasparri definisce il discorso del Colle “saggio e illuminante”. Ma anche l’ex ministro dell’Istruzione Beppe Fioroni (Pd) apprezza: “Sono d’accordo con Napolitano: c’é bisogno di una vera riforma” della scuola. Esattamente quanto afferma anche l’Italia dei Valori. Evitare di esagerare, cedendo agli allarmismi: il capo dello Stato invita alla calma dunque, perché che qualcosa vada cambiato – dice – nel mondo della scuola non c’é dubbio. I ragazzi non hanno tutto quello che dovrebbero “sul piano della formazione e della preparazione al lavoro. Quindi – spiega Napolitano ‘intervistato’ da alcuni alunni alla ‘Festa d’autunnò – bisogna discutere le cose per come stanno”. La riforma Gelmini della scuola elementare continua a lasciare molti dubbi all’opposizione, a partire dall’introduzione del maestro unico. Questioni di merito però che non vengono affrontate, è l’accusa dei Democratici. “La realtà – sottolinea il ministro ombra dell’Istruzione Maria Pia Garavaglia – è che il governo fugge il confronto, ricorrendo ai decreti e contingentando i tempi di discussione in Parlamento”. Il provvedimento è alla seconda lettura a Palazzo Madama: terminata la discussione generale in commissione, da martedì inizierà l’esame degli emendamenti e poi velocemente, almeno nelle intenzioni della maggioranza, sarà in Aula. Il tempo a disposizione è poco, il provvedimento scade a fine ottobre, e infatti è dato quasi per certo che il governo farà il bis chiedendo la fiducia, dopo la Camera, anche al Senato. Che il testo viaggi blindato lo dimostra anche l’atteggiamento della maggioranza, che non ha presentato alcuna proposta di modifica. Al contrario, il Pd si è dato da fare: sul totale di emendamenti presentati, pari a 250, i Democratici ne hanno firmati ben 170. Certo non tutti sono qualificanti, e se il governo mostrasse un orecchio sensibile, spiega il senatore del Pd Antonio Rusconi, il pacchetto si potrebbe tagliare anche in modo significativo. “Sono tre-quattro i punti chiave”, dice Rusconi e comunque le modifiche più necessarie riguardano tutte il maestro unico. Le novità sul mondo della scuola non piacciono neppure all’Italia dei Valori, che tira dalla sua parte il presidente della Repubblica: “Ha ragione Napolitano – dice Massimo Donadi – Sì alle riforme, no allo sfascio”. E quella del governo proprio non va bene: “E’ un atto criminoso”, afferma il senatore dell’Italia dei Valori Stefano Pedica. La maggioranza invece, ovviamente, difende il governo: quello che si sta affermando è “un cambiamento responsabile. Napolitano – afferma Gasparri – richiama tutti a un maggiore realismo”. Anche perché, dice il vice capogruppo vicario alla Camera Italo Bocchino, “la riforma della scuola è pienamente condivisa dalla maggior parte degli italiani”.

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